6 Settembre 1784

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  1. Hélène La Châtre
     
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    Helène uscì nel portico della casa di Jack. Aveva lasciato il piccolo Andrè alle premurose cure di Hyacinthe per addormentarlo. La inquietava lo spirito materno innato che quella donna sembrava avere pur non avendo mai avuto figli. Lei, d’altro canto, non riusciva a trovare in se stessa lo stesso affetto e commozione, solo ogni tanto si sorprendeva nel sentire il cuore accellerare e poi perdere un battito quando osservava Andrè prendere il latte dal suo seno o dormire sereno fra le sue braccia, ma era un fatto assai raro. Piuttosto era la malinconia che aveva preso il sopravvento su di lei da quando, ormai 3 mesi prima, il bambino era nato. Avere quella miniatura di Balthazar sempre addosso o nelle strettissime vicinanze era una tortura troppo grande perché lei potesse sopportarla e più il bimbo cresceva più la somiglianza col padre era evidente, specie nel taglio e nel colore degli occhi.
    La donna si concesse una sigaretta lasciandosi distrarre dai colori che la luce del tramonto dipingeva passando fra le foglie. Era stanca, dormiva poco e nulla, le occhiaie profonde lo dimostravano. Inoltre la sua mente irrequieta non smetteva di tormentarla: dov’era Balthazar? Cosa stava facendo? Si ricordava di loro? Gli importava ancora qualcosa? Si ricordava di lei? E mille altre domande restavano inattese.
    Era così assorta nei suoi pensieri che non si accorse di Jethro che le si avvicinava alle spalle.
    -Hey…- la salutò lui appoggiandosi al portico accanto a lei.
    La donna sobbalzò appena -Hey…- rispose semplicemente per poi tornare subito con lo sguardo perso verso le profondità della foresta.
    Seguì qualche minuto di silenzio.
    -E’ bellissima la foresta in questo periodo vero?- osservò Jethro.
    Helène annuì appena senza voltarsi.
    -Ehm…vuoi, vuoi che ti lasci sola?-
    -No- la voce della donna parlò senza che lei potesse impedirlo -No, resta per favore-
    L’uomo corrucciò la fronte meravigliato, non si aspettava una così spontanea risposta.
    Fu ancora il silenzio a farla da padrona fra i due. Jethro si soffermò ad osservarla: non era serena e non si sforzava più neanche di nasconderlo.
    -Helène, c’è qualcosa che non va?- come si aspettava non ricevette risposta. Si rigirò le mani fra loro cercando un’idea per riuscire a farla parlare. Voleva sinceramente aiutarla, ma senza sapere cosa la affliggeva gli risultava parecchio complesso. Non era mai stato un asso in questo tipo di dinamiche, specie con l’altro sesso.
    Le poggiò una mano su una spalla per smuoverla da quell’intorpidimento che sembrava averla colta.
    -Vieni, facciamo due passi, come ti dicevo la foresta è fantastica in questo periodo…-
    Helène parve turbata da quella proposta, ma lo seguì, tutto sommato una passeggiata non poteva che farle bene. Era ormai passato quasi un anno da quando era fuggita dal tetto nuziale e ormai era chiaro, dalle notizie che avevano, che Maucroix aveva rinunciato a cercarla a Mauvaserose.
    Restarono in silenzio per tutta la durata del tragitto, fino a quando non arrivarono in un piccolo sprazzo erboso che si era fatto spazio fra le fitte radici.
    Jethro, qualche passo lontano da lei, decise di prendere il toro per le corna una volta per tutte e tentò con l’argomento che più gli sembrava plausibile.
    -Ti manca, vero?-
    La donna sentì mancarle l’aria, come se improvvisamente non ce ne fosse più di respirabile, si girò di scatto verso di lui fulminandolo con lo sguardo. Jethro abbozzò un sorriso, aprì le braccia e le lasciò cascare immediatamene dopo sui suoi fianchi.
    -Davvero è così difficile ammetterlo per te?-
    -Jethro…ti prego…- Helène non voleva parlarne.
    -Perdiana Helène!- Imprecò l’uomo -Ti manca tuo marito, il padre di tuo figlio, ti sembra davvero così strano?-
    -Mi sembra strano che non lo sembri a te, ma ti senti quando parli? Ma hai presente di chi stiamo parlando?-
    -Helène, non farmi dire cose di cui potrei pentirmi dato che sì, so perfettamete di chi stiamo parlando – la ammonì. Parlare di Maucroix non rientrava esattamente fra le conversazioni che amava fare, tranne quando doveva insultarlo o tramare qualcosa a suo danno.
    -Allora dille, se ne vuoi parlare dì pure quello che vuoi!-
    -Non sono certo io quello che deve essere sincero con sé stesso. Io non credo di aver mai nascosto di odiarlo, tu piuttosto…-
    -Perché bisognava firmare un contratto dove ci si impegnava ad odiarlo e maledirlo? Non ne ero a conscenza…-
    Il tono della donna era sempre più stizzito ad ogni parola che pronunciava, al contrario quello del ragazzo denotava un’insolita calma, come se avesse la conversazione perfettamente sotto controllo e stesse andando esattamente nella direzione che voleva lui.
    -Anche se ci fosse stato non lo avresti mai firmato…- scherzò.
    -Come fai a dire una cosa del genere?- lei era serissima.
    -Perché lo ami-
    Le parole di Jethro parvero risuonare fra gli alberi all’infinito. Hélène approfittò della presenza di un grosso masso per sedersi. Le gambe parevano non riuscire più a sostenere il peso del suo corpo. Boccheggiò e il suo volto perse immediatamente colorito. Non riusciva a parlare, gli avrebbe voluto ripetere quello che si diceva lei nella sua testa ogni volta che quel pensiero tornava a tormentarla. Non lo amava, no, era impossibile. Non lui e non lei. Avrebbe voluto, a non riusciva a muovere un muscolo, neanche quelli facciali.
    Jethro le si avvicinò cogliendo tutto il suo disagio.
    -Allora è davvero difficile per te…- disse. Era sinceramente dispiaciuto di vederla in quello stato. Si stupì nel pensare che sarebbe andato a recuperare quell’uomo in capo al mondo per portarlo da lei se fosse servito a renderla felice e se, ovviamente, non fosse stato il loro acerrimo e incredibilmente pericoloso nemico.
    Hélène si portò una mano tremante al volto. Il ragazzo le poggiò una mano su una spalla per cercare di rassicurarla.
    -Sai che con me puoi parlare…sì, anche di queste cose…e ti prometto che ti ascolterò senza dire una parola…-
    Non lo avrebbe mai ammesso. Non lo ammetteva neanche con se stessa, si ripeteva che non era affatto vero e allo stesso tempo sapeva di mentire spudoratamente.
    -Potresti…potresti lasciarmi sola?- Bisbigliò appena.
    -Hélène, devi parlarne con qualcuno, se non con me trova qualcuno di cui ti fidi, ma parla…-
    -Mi fido di te Jethro, lo sai…-
    -Evidentemente non abbastanza-
    -Non è quello-
    -E cosa allora?-
    La donna fece un gesto di stizza con la mano, come a voler scacciare la voce dell’uomo.
    -Va bene, ti lascio sola allora, in effetti penso sia una buona idea, fai chiarezza in quella tua testolina e, soprattutto sii sincera con te stessa, potresti accorgerti che ti fa sentire molto meglio sfogarti…-
    Detto ciò Jethro la salutò e scomparve fra gli alberi. Hélène rimase lì, seduta su quel masso. Tremava come una foglia. Era riuscita a farsi fare la paternale anche da l Rodomont, l’uomo meno adatto a quel tipo di discorsi, eppure aveva saputo cogliere nel segno con una mira infallibile.
    Nonostante fosse in quello stato pietoso di stanchezza psicofisica i suoi nervi si tesero non appena sentì un rumore sommesso di rami spezzati provenire alle sue spalle. Non era sola. La mano le corse al calcio della piccola pistola che nascondeva nella tasca del vestito.
     
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  2. Balthazar de Maucroix
     
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    L'attesa gli sembrò infinita, eppure non poteva permettersi di uscire dalla carrozza, non ancora. La sua visita a Mauvaiserose era riuscita a passare inosservata, grazie alla modesta scorta che l'uomo si era portato appresso. Non appariva che come uno dei tanti nobili dei terreni fuoricittà, uno a cui non dar fastidio perché le armi dei suoi uomini sembravano più costose del cocchio che lo trasportava.
    Parte dei suoi uomini, incluso il suo più fidato, si erano già addentrati nella foresta alla ricerca della bettola che Blanche era riuscita a identificare come il luogo dove si nascondeva da mesi Hélène.
    Maucroix non si spiegava la determinazione di quella ragazza. Il fatto che con risorse limitate fosse riuscita a trovare Hélène prima di lui, che aveva impiegato l'ultimo anno a cercare quella donna fino allo stremo. C'era molto di più in Blanche di quanto si aspettasse e non era sicuro che fosse una buona cosa.
    In quel momento era impegnato per starsene a preoccupare, tuttavia. Quando dei lievi rumori dal sentiero che tornava dal bosco annunciarono il ritorno della guarnigione che era andata in avanscoperta, Macroix strinse le dita che fino a quel momento solo distrattamente avevano sfiorato il crocifisso che portava all'altezza del petto.
    -Eccellenza-
    Baptiste Juillard aspettò che il suo padrone scostasse il velluto che lo celava oltre la feritoia della porta del cocchio, prima di continuare.
    - E' lei, non c'è dubbio. E' sul portico..mentre all'interno ho udito la voce di un uomo e una donna parlare di un bambino. Credo vi sia un infante in quella catapecchia. Ma nessun altro..-
    E nient'altro gli serviva. Balthazar de Maucroix ignorò il vuoto allo stomaco che gli aveva provocato l'annuncio della presenza di un bambino. La creatura che Hélène aveva da poco in grembo quando era scappata era nata..e già da diverso tempo. L'apprenderlo tuttavia non era stato lontanamente paragonabile a quello che aveva avveetito quando Juillard gli diede la conferma che Hélène fosse lì.
    -Non fate baccano, non vogliamo attirare nessun altro, non voglio che lei.-
    -Che ne facciamo degli altri.-
    -Se oppongono resistenza arrestateli, State pronti, hanno sicuramente delle armi.-

    Mentre si avvicinavano alla bettola, Maucroix lanciò un'occhiata immediata al portico, ma non vide traccia di Hélène. La domanda istintiva che si chiese fu se i suoi uomini si fossero fatti sentire, invece un attimo dopo guardò verso la finestra del lato nord della casa e individuò una donna intenta a piegare delle lenzuola. Sembrava tutt'altro che tesa, dunque il loro arrivo era inaspettato.
    Maucroix fece un rapido gesto per segnalare a parte delle sue guardie di separarsi da lui e gli altri quattro uomini armati. I due gruppi omogenei si divisero e quelli che intercettarono il gesto del Consigliere Supremo procedettero per circondare la baracca. Maucroix lasciò andare avanti i suoi rimanenti uomini mentre questi sfondavano la porta di ingresso senza troppi complimenti.
    La donna che aveva intravisto poco prima trattenne il respiro e indietreggiò fino a costringersi davanti ad una culla di legno. Maucroix fissò gli occhi su di lei mentre tre dei suoi cominciarono a perquisire quella sottospecie di casa.
    -Hélène La Croix. Dov'è?-
    bastarono quelle poche parole per palesare, se il tono o lo sguardo dell'uomo non fossero stati abbastanza chiari, che la sua pazienza era già vicina a esaurirsi.
    Con tutti gli interrogatori che aveva eseguito, gli ci volle un attimo a capire che quella donna era decisamente facile da spezzare, se avesse opposto anche la minima resistenza.
    -Questa è casa mia e di mio marito. Non conosco nessuna..-
    -Donna, non te lo chiederò un'altra volta. Dimmi dov'è o casa tua e di tuo marito sarà bruciata al suolo prima del tramonto-
    Prima che la donna potesse rispondere, Maucroix si sentì preso alle spalle con controllato impeto. Non aveva dubbi che fosse la lama di un coltello, quella che premeva fredda sulla sua gola.
    -Tutti calmi, mh? Fuori di qua o mi toccherà fare la barba al vecchio...e non ci so fare con le rasature- il ghigno di Jethro Rodomont era un suono che decisamente non gli era mancato. Maucroix sentì montar dentro tanta di quella rabbia che fu straordinario che quando il giovane ribelle fu colpito alla nuca da uno degli uomini che pattugliavano la casa da fuori, non seguì l'istinto di piantargli una pallottola nel cranio.
    Piuttosto guardò l'uomo che gli aveva fatto perdere i sensi e svelto incalzò:
    -Da dov'è venuto..-
    -Dal bosco, Eccellenza. Proprio là..-
    Maucroix uscì dalla baracca senza indugio
    -Metteteli in ceppi entrambi.-
    -Mio signore!- tentò di richiamarlo indietro Juillard, preoccupato per via della determinazione dell'uomo a proseguire da solo verso la foresta.
    Per quanto fosse deciso, Maucroix non ne sapeva la ragione. Stava quasi per lasciar perdere quando si piantò immobile sul posto. A distanza di sguardo vi era oltre l'ostacolo di una mezza dozzina di querce la donna che aveva cercato per un intero anno..
    Aveva rivoltato quella cittadina da capo a fondo. Come poteva essere lì.
    Tutto avrebbe immaginato come reazione, tranne quella che ebbe. L'uomo esalò un respiro carico, a metà tra la rabbia e il sollievo, anche se quest'ultimo era davvero difficile da riconoscere.
     
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  3. Hélène La Châtre
     
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    Hélène trattenne il respiro e si girò verso il punto da dove era arrivato il rumore. Un attimo prima di girarsi si stava già dando della stupida per lasciarsi intimidire dai rumori della foresta, ma quando il suo sguardo scoprì la sagoma in lontananza cominciò a tremare senza che potesse controllarlo.
    Si alzò in piedi di scatto e cercò di mantenere, per quanto possibile, salda la presa sulla pistola.
    Il luccichio degli occhi dell'uomo fissi su di lei era percepibile anche da quella distanza. Lei ricambiò lo sguardo senza sapere però se caricarlo di odio o di sollievo. Il cuore le stava per esplodere nel petto e le tempie del dolevano da quanto forte pulsavano.
    I pensieri nella sua testa si affollavano, si accavallavano. Come poteva essere lì? Aveva preso Andrè? L'avrebbe uccisa? Aveva ucciso gli altri in casa? Come li aveva trovati? Ispirò profondamente tentando di ignorarle.
    Cacciò indietro prepotentemente due lacrime che avevano osato annebbiarle la vista e attese che suo marito avanzasse verso di lei.
     
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  4. Balthazar de Maucroix
     
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    Buffo come cercarla per mesi non lo avesse comunque preparato a trovarla. Eppure Maucroix era ben lontano dall'essere divertito. Mai avrebbe pensato che dopo aver trovato Hélène l'avrebbe semplicemente fissata, come un ragazzino senza un'idea di cosa diavolo fare.
    Di quei capelli neri e lucenti come le piume di un corvo ne sentiva ancora il tocco tra le dita, ogni dettaglio di lei gli pulsava nella testa come se la ragione gli permettesse solo di concentrare le sue facoltà su quella donna.
    Ma c'era un altro pensiero che lo assalì, invece. Aveva ancora il fastidio addosso della presa di Jethro Rodomont, lo stesso uomo che probabilmente aveva passato ogni singolo giorno accanto a Hélène mentre lui non aveva neanche la più pallida idea di come trovarla.
    Lentamente, ma con tanta carica che parve il gesto più pesante che l'uomo avesse mai compiuto, Maucroix indicò verso la catapecchia, lontana per entrambi.
    -E' il figlio che portavi in grembo, quello?-
    Riconobbe immediatamente dallo sguardo di sua moglie che stava per andare sulla difensiva, pretendendo di sapere che ne fosse del bambino in quel momento. E lui non aveva tempo né voglia di rassicurarla del fatto che fosse ancora vivo e in salute.
    -CHI E' IL PADRE?-
    la interruppe, quasi sputandole la sua rabbia addosso. Nessuno lo aveva mai visto così. Balthazar de Maucroix era imperturbabile, freddo, spietato. Seguiva le sue piste con lucidità, senza un vacilamento o un tremore nel suo animo. Tranne che con lei. Sempre tranne che con lei.
    Sentiva che avrebbe saputo riconoscerla mentire, anche se quando mai aveva saputo farlo con Hélène.
     
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  5. Hélène La Châtre
     
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    Dio come si odiava per non odiarlo! Continuava a chiedersi perché non lo odiasse, perché non desideravo la sua morte perfino?
    In quel momento, dopo un anno che non si vedevano, dopo un anno dal momento in cui aveva deciso di fuggire, dopo un anno da quando aveva scoperto chi era lui, cosa aveva fatto, in quel preciso istante, si rese conto che la cosa che desiderava di più era un suo abbraccio. Si maledì all'infinito, ancora e ancora.
    Quella scenata di gelosia le strinse il cuore, ma inaspettatamente in modo tenero.
    Lasciò la presa dalla pistola, pensando che in qualunque caso sarebbe stata inutile.
    Poi lo guardò lungamente in quegli occhi che ormai aveva imparato a riconoscere in quelli di Andrè.
    Sì avvicinò, con cautela, di qualche passo verso di lui.
    -Mai nessuno dovrà toccarti tranne me...- iniziò provando ad avvicinare una mano verso di lui.
    -...forse non suonava esattamente così, ma me lo avevi fatto promettere... -
    Volutamente non rispose alla sua domanda perché sapeva che era già a conoscenza della risposta.
     
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  6. Balthazar de Maucroix
     
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    Le labbra dell'uomo vibrarono come fosse tanto in collera da essere sul punto di ringhiare qualche improperio. I suoi occhi non si schiodarono da quelli di lei neanche per un momento, forse fu per questo che abbandonò l'argomento, come se avesse accettato la risposta di lei. Per il momento.
    - Neanche sapevi chi fossi.. -
    non ci fu bisogno per nessuno dei due di nominare i genitori della giovane, era chiaro cosa le parole di Maucroix intendessero, in quel momento
    - Tu non sei tipo da accollarti le disgrazie degli altri, ti sei fatta da sola e stai in piedi da sola. Se non sapevi chi fossi io, perché prenderti il disturbo di rischiare la vita per tradirmi? -
    La tentazione era forte ma non voleva lasciarsi andare a quanto volesse parlare d'altro con lei, o non parlarle affatto, piuttosto. Eppure la determinazione nell'andare in fondo a quella faccenda premeva di più. Non gli tornava che legame Hélène avesse avuto con i ribelli. In particolare i Rodomont.
     
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