27 Ottobre 1783

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  1. Hélène La Châtre
     
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    Era una così splendida mattina quella per essere Ottobre. Il cielo era terso, limpido, di un azzurro che riempiva di luce ogni superficie. Octave Blanchard aveva chiesto alla moglie di concedergli una breve passeggiata nei loro giardini prima che dovesse raggiungere i colleghi funzionari a Palazzo La Roche.
    Il viso di Hélène era più chiaro del solito quella mattina, ma di una tonalità che le dava un'aria poco sana, aveva dovuto eccedere più del solito con il trucco per potersi rendere presentabile. Tuttavia non sarebbe bastato un sotterfugio simile per nascondere la cosa a Monsieur Blanchard, proprio quando poco prima aveva bussato alla porta della sua stanza con l'intento di proporle quel breve momento di coppia, lei era china con l'intero capo dentro un catino ed era sicuro avesse intravisto quell'impietosa scena quando la serva che la stava aiutando gli impedì di entrare. Dunque Madame Blanchard si aspettava l'argomento con il quale il marito avrebbe iniziato quella conversazione, e fu esattamente come si aspettava.
    -Ti senti bene? Ecco io, non avrei voluto, ma prima...sai...- le chiese sinceramente preoccupato e imbarazzato per quell'invasione della sua intimità.
    Hélène gli sorrise bonariamente e gli prese una mano incedendo lentamente accanto a lui sui ciottoli biancastri. Non aveva passato molto tempo con suo marito ultimamente a causa dei disordini dei ribelli che lo avevano portato a passare molto tempo a Palazzo, ma non ne sentì minimamente la mancanza. Anzi ne fu entusiasta. Ciò di cui in quel momento, paradossalmente, sentì invece la mancanza fu l'uomo a cui erano dedicate le sue giornate in quel periodo; sentire la mano tozza e grassoccia di Monsieur Blanchard stringerle le dita le fece nascere un senso di disgusto e contemporaneamente il desiderio che al suo posto ci fossero quelle di Monsieur Maucroix. Respirò profondamente cercando tutto il coraggio che aveva in corpo per rispondergli.
    -Non preoccuparti caro, tutto bene, o almeno spero...- si concesse una pausa ad effetto velando le sue labbra di una contentezza commovente -...Octave, oh non so come dirlo...prendi la notizia con l'adeguata premura e attenzione, ma ecco, potrei essere in attesa...-
    L'uomo parve non comprendere -...in attesa di cosa mia cara?-
    L'occhiata che gli lanciò la donna parve portare la chiarezza fra i suoi confusi pensieri.
    -Oh...- uscì solo quel suono dalla sua bocca. Sul suo viso si mescolarono stupore, intenerimento e smarrimento. Dopo la perdita del loro primo figlio non erano più riusciti a concepire; nessuno dei due si disse mai nulla, ma per lui era sempre stato chiaro che, evidentemente, il suo non fosse un grembo fertile. Imparò ad amarla moltissimo per l'incredibile devozione che la donna dimostrava nei suoi confronti.
    -Avremo un piccolo Blanchard! Oh oh! Incredibile!- la sua gioia esplose all'improvviso abbracciando la moglie con trasporto.
    Hélène lo scostò immediatamente -Octave, discrezione te ne prego, è troppo presto...-
    Il marito le lasciò un dolce e tenero bacio; il cuore della donna ebbe un balzo a percepire labbra diverse sulle sue. Aveva assaggiato molti uomini, eppure nessuno le stava procurando quel fastidioso e piacevole tuffo al cuore come il sapore, il profumo persino, di Balthazar Maucroix. Maledetta gravidanza, le rendeva l'animo debole!
    I coniugi Blanchard si separarono poco dopo, lui diretto alla carrozza che attendeva al cancello e lei intenta a proseguire quella passeggiata. Appena rimase sola quel blando sorriso le si spense in volto, anche la finta luce negli occhi parve sparire e le mani le corsero al grembo. Se solo ripensava alle parole pronunciate dal dottore il giorno precedente sentiva un fortissimo senso di nausea crescergli dentro, più forte degli altri. Dai sintomi descritti era molto probabile che fosse incinta e, come se non bastasse, le aveva fortemente sconsigliato di tentare ad interromperla volontariamente questa volta. "la morte è praticamente una certezza" le disse. Hélène si fidava ciecamente dell'uomo, d'altronde a lui si era affidata la volta precedente.
    Ciò che successe dopo aver interiorizzato ed assorbito l'intero significato di quelle frasi non le era chiaro; sapeva solo di aver passato una delle peggiori giornate della sua vita, chiusa nella sua stanza, stesa sul letto, con gli occhi spalancati, come fosse senza vita, intenta a fissare il soffitto di legno intarsiato del baldacchino.
    Per quanto si potesse sforzare di trovare una soluzione non riusciva a trovarne. In un angolo remoto della sua anima, però, trovò un pensiero nascosto, ma che pulsava più vivo che mai e che gioiva di quella situazione, che non riusciva a trattenere l'entusiasmo di avere finalmente una vita dentro di lei e che si inorgogliva che il padre non fosse Monsieur Blanchard o un qualunque altro funzionario, bensì il Supremo Consigliere del Re. Rivelare questo pensiero la fece esplodere in un lungo pianto a dirotto che era durato per tutta la notte. E più stava male più desiderava quell'uomo accanto a lei e più quella voglia si acuiva più si tormentava. Non si capacitava di cosa succedesse alla sua mente, al suo corpo, del perchè si stessero ribellando a lei in quel modo. Arrivò a ritenere che fosse una punizione divina per tutte le colpe di cui si era macchiata.
    Anche in mezzo ai profumi leggiadri dei fiori del giardino quell'angoscia pareva non svanire.
    Stava per rientrare nella Villa e recarsi nuovamente nelle sue stanze quando sentì una carrozza fermarsi proprio davanti l'elegante cancellata. Si voltò e la riconobbe immediatamente, era quella di Maucroix. La prima reazione che ebbe fu quella di sentire scivolargli di dosso gran parte dell'inquietudine che la tormentava alla sola prospettiva di poter riabbracciarlo dopo quasi due interi giorni che non si erano visti, ma un momento dopo una stridente morsa tornò ad afferrarle lo stomaco.
     
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  2. Balthazar de Maucroix
     
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    Era stato in allerta per un paio di giorni, dopo l'incontro tra Hélène e i ribelli, tuttavia non era successo nulla. La situazione era anche troppo tranquilla, anzi. Il privarsi di vedere Madame Blanchard aveva giocato il suo ruolo nell'impazienza di raggiungere Palazzo Blanchard quel giorno. Stava ancora decidendo cosa fare, nonostante ciò che sapeva. C'era troppo a ribollirgli in testa e qualsiasi decisione avesse preso sarebbe stata prematura e affrettata, a quel punto. Non riteneva in ogni caso che la donna fosse in possesso di informazioni fondamentali per i rivoltosi, quindi a prescindere da cos'avrebbe deciso di fare lui, la situazione non si sarebbe smossa particolarmente quindi aveva abbastanza tempo. Avrebbe prima di tutto convocato Octave Blanchard al castello per una riunione straordinaria, poi il dopo gli sarebbe venuto in mente più tardi. Non era da lui non essere due mosse avanti gli altri e non era l'unica influenza negativa che aveva avuto su di lui Hélène La Châtre.
    Venne annunciato e fatto accomodare nel salotto, Monsieur Blanchard lo fece il suo arrivo immediatamente dopo e lo avvertì che anche sua moglie li avrebbe raggiunti presto.
    Maucroix non si tolse il mantello, aveva poco a che spartire con i Blanchard quella mattina e intendeva ritirarsi quanto prima; si limitò a spostare in risvolto sulle spalle i lati dell'indumento, rivelando l'interno di pregiata stoffa damascata in amaranto con sottotrama di seta rossa che rivestiva il mantello scuro.
    Quando Hélène entrò, i due uomini stavano parlando dei nuovi turni di ronda stabiliti da LaRoche. Gli occhi di Maucroix non incrociarono quelli di Madame Blanchard, si limitò a chinarsi in un lieve inchino garbato che le rivolse brevemente.
    - Madame -
    quando Octave Blanchard riprese la parola, attirò di nuovo lo sguardo di Maucroix.
    - Eccellenza, lo annunciamo a Voi per primo, la notizia l'ho appresa io stesso solo questa mattina. Mia moglie è finalmente in attesa..temevo per la sua salute ultimamente. Potete immaginare il mio sollievo quando ho scoperto che i suoi malori sono dovuti ad una gravidanza. -
    il nobile era deliziato, in maniera composta. Maucroix invece aveva dimenticato il suo proposito di non incrociare lo sguardo di Hélène e aveva girato il viso verso di lei con occhi seri, quasi cauti. Era avido di riavere lo sguardo di lei indietro..ne avrebbe intuito la risposta alla domanda che senza parlare le stava ponendo.
    - Mi congratulo con entrambi.. -
    riuscì a dire qualche secondo dopo e dopo un attimo in cui parve assorto prese la parola di nuovo.
    - Vi prego di tenere la notizia per voi, per il momento. Vi spiegherò quando verrà il momento. Potete farlo? - cercò in Octave Blanchard la conferma a quell'ordine vestito da richiesta e l'uomo ovviamente si prostrò in un cenno del capo di riverenza
    - Assolutamente, Eccellenza, non lo saprà nessun altro finché non lo vorrete! -
    peccato per quell'uomo: era semplice e ingenuo ma aveva una diligenza che a molti mancava.
    Maucroix tirò un sospiro lieve e accennò col capo verso Monsieur Blanchard.
    - Tornando a noi, avrei bisogno del resoconto bancario di questo mese, potete prepararmi tutte le carte a riguardo? Vorrei andar via il prima possibile, ho affari che mi attendono. Ovviamente sarà mia premura restituirvi tutto con puntualità domani stesso. -
    Ancora una volta Octave Blanchard si dimostrò più che servizievole
    - Immediatamente, Eccellenza! Datemi solo qualche minuto per riorganizzare tutto..non aspettavo di.. -
    - Aspetterò quel che ci vorrà, non vi allarmate. Madame Blanchard, le vostre condizioni vi permettono di farmi compagnia? Mi dovete ancora una visita dei giardini, se non sbaglio. -
    il tono perennemente severo di Maucroix non lo abbandonava nemmeno quando fingeva di parlare di cose da nulla.
     
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  3. Hélène La Châtre
     
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    Hélène maledì mentalmente la superficialità di suo marito, non avrebbe voluto che Maucroix sapesse della sua condizione, non prima che ne fosse assolutamente certa. Non avere sotto controllo quella situazione che la riguarsava in prima persona la innervosì; tenne basso lo sguardo per tutta la durata della conversazione fra i due uomini alzandolo solo per un momento e trovando ad attenderla quello del Consigliere di rimando. Octave le dava le spalle e non dovette fingere nuovamente una gioia che non le apparteneva, il suo volto anzi era serio.
    Acconsentì con un cenno del capo alla richiesta che le fece Maucroix, daltronde non poteva care altrimenti.
    Octave li lasciò soli, uscì dalla stanza con un passo stranamente leggero. A Madame Blanchard dispiacque molto per lui, non si era neanche minimamente chiesto quando potesse averla fecondata, come se la cosa non gli importasse assolutamente. Il chiudersi della porta portò in lei la spiacevole ansia di dover affrontare Maucroix che certamente aveva invece già intuito l'avvicendarsi degli accadimenti.
     
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  4. Balthazar de Maucroix
     
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    Passarono diversi secondi di silenzio e Maucroix ne trascorse diversi a guardare Madame Blanchard. Finì per sbattere le palpebre con lenta arrendevolezza e con un cenno del capo la invitò ad uscire.
    -Non qui..-
    Prese la porta e la tenne aperta così che venisse attraversata dalla donna. Non era un segreto dove fossero diretti, o meglio lo era per tutti ma non per loro. C'era una stanza che un tempo era la vecchia sagrestia del Palazzo. Una volta soppiantata da quella della cappelle nuova, quella fredda e remota grotta chiusa da un cancello di ferro battuto era rimasta abbandonata dietro ai giardini posteriori della tenuta. Nei giorni che Maucroix aveva trascorso in quella magione, uno dei luoghi dove si era incontrato più spesso con Hélène era proprio quello. Lì potevano parlare liberamente, era più che remoto come luogo e soprattutto non c'era via di uscita se non quella che si era presi per accedervi, dunque era facile rendersi conto se ci fossero altri presenti nei paraggi.
    Ci misero qualche tempo a raggiungere il posto, considerato che ci si avviarono col passo tranquillo di chi non vuole attirare sguardi. La conversazione tra loro fu pressoché inesistente.
    - Pensa di essere il padre, perché. - la domanda di Maucroix fu secca e dura, una volta che chiuse il cancello di ferro battuto dietro di loro. Nella penombra fredda della vecchia sagrestia, la pelle di Hélène appariva pallida e i suoi occhi ancora più chiari del solito.
     
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  5. Hélène La Châtre
     
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    Hélène aveva avuto tutto il tempo che gli era servito per raggiungere il loro posto per trovare e mantenere una calma serafica. Sostenne lo sguardo di Maucroix, fu quasi certa di potervi leggere il dubbio che lo attanagliava.
    -Perché è mio marito- parlò lentamente e mantenne un'espressione imperscrutabile.
     
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  6. Balthazar de Maucroix
     
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    L'uomo si avvicinò con tre passi rapidi a lei, i denti quasi digrignati in un'espressione spazientita.
    - Non mettermi alla prova. Sai cosa intendo. -
     
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  7. Hélène La Châtre
     
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    -Siamo sposati da quasi 25 anni e Dio solo sa quanto volesse un erede...- sentenziò lei. Ben sapeva quale fosse il reale quesito del Consigliere, ma non volle dargli quella soddisfazione senza che lui si fosse scoperto per essere più chiaro.
     
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  8. Balthazar de Maucroix
     
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    Gli occhi dell'uomo scrutarono in quelli di Hélène per diversi secondi, poi senza che il suo sguardo avesse dato preavviso alcuno, Maucroix girò sui tacchi e afferrò il cancello per lasciare la sacrestia. Ne aveva abbastanza di quei giochi, tutto per evitare di ammettere la semplice verità: aveva giaciuto con suo marito in quel periodo..e forse neanche solo con lui.
     
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  9. Hélène La Châtre
     
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    La perdita di pazienza del Consigliere non le diede la piacevole sensazione che si attendeva. Anzi appena fece per rivolgergli le spalle allungò una mano afferrandogli il mantello che gli era scivolato sul braccio. Lui voltò lo sguardo di scatto fulminandola.
    Hélène cedette -Nessuno, eccetto voi, è entrato nel mio letto...neanche mio marito...-
     
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  10. Balthazar de Maucroix
     
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    L'insofferenza dell'uomo si quietò piano, lasciandolo svuotato e assorto nel guardarla. Poteva sembrare semplicemente impensierito riguardo la gravidanza e lo era..ma i suoi ragionamenti andavano oltre ciò che Hélène Blanchard poteva immaginare.
    Richiuse piano il cancello e fissò i riccioli di ferro battuto per qualche secondo.
    - A volte mi rimane difficile credere che tuo marito sia tanto sciocco. Considerato che..-
    Balthazar de Maucroix deglutì e distolse lo sguardo dal cancello per cercare quello di Hélène.
    - Ho prove per sostenere il mio sospetto riguardo lui. E' coinvolto con i sovversivi, è dalle sue tasche che sono venuti parte de i denari con cui i ribelli si permettono le loro bravate. -
    L'uomo negò con un cenno del capo di voler spiegare meglio la cosa ad Hélène, ma stette molto attento alle sue reazioni nonostante l'attenzione nell'apparire come se fosse lui, quello che si stava rendendo vulnerabile a lei.
    - Cosa dovrei fare secondo te..-
    il capo del Consigliere Supremo pesò di poco di lato, mentre i suoi occhi ora non abbandonavano quelli di Madame Blanchard.
     
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  11. Hélène La Châtre
     
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    La mente della donna prese a correre velocemente. Pensò a quando, un paio di sere prima, si era incontrata con i ribelli, tentò di fare mente locale sui suoi stessi passi, se avesse tralasciato qualcosa, eppure era stata molto attenta, sapeva come non farsi seguire e sopratutto come riconoscere se qualcuno era sulle sue tracce. Nessun ricordo le lasciava pensare che lui potesse anche solo immaginare una cosa simile.
    La sua missione si stava effettivamente svolgendo quasi alla perfezione, aveva conquistato l'intimità del Consigliere ed ultimamente egli aveva anche iniziato a nutrire abbastanza fiducia in lei da poterle confessare qualche suo pensiero, qualche preoccupazione, ma mai fino ad ora era stato così specifico.
    Hélène non poteva dire di conoscere Maucroix, ma certamente iniziava a capirlo, a intuire i suoi comportamenti, anche se era conscia di non poter arrivare fino nel profondo dei suoi ragionamenti.
    Si chiese quali fossero le prove di cui parlava l'uomo, ma capì da un suo cenno che non avrebbe avuto altri dettagli in merito. Non capì se quelle sue ultime parole fossero un quesito o meno, decise quindi di usare la sua arma migliore: la vaghezza.
    -Volete per caso privare una povera moglie del padre del suo unico e tanto desiderato figlio?- gli sorrise in tralice fingendo di sistemargli il bavero del mantello con gesti lenti.
    Non le piaceva scherzare in quel modo riguardo la sua condizione, una piccola parte della sua mente continuava a sperare che fosse solo un malanno momentaneo. Avrebbe invece preferito parlarne con lui seriamente, magari confidargli le sue molteplici paure a riguardo, di come la cosa l'avesse sconvolta, di quanto fosse inaspettata.
    Aveva smesso di stupirsi di questi sue improvvise tentazioni ormai da tempo, provava ad assecondarle quando poteva, ma il più delle volte le ignorava perché non voleva assolutamente dargli un nome, pensare al perché le succedeva, dare perfino adito a elucubrazioni del tutto fuori luogo.
     
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  12. Balthazar de Maucroix
     
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    I suoi occhi scivolarono lungo il viso della donna. Era bella oltre il suo rigore potesse comandare; il suo sguardo vinceva su di lui e conosceva altrettanto bene le sue labbra da sapere che più lontano vi si teneva e più speranze aveva di mantenere la sua lucidità intatta. Avrebbe dovuto capire subito che era coinvolta fino al collo in quella faccenda. Nessuna reazione, neanche un filo di preoccupazione per la sorte del marito. Forse un blando tentativo di risparmiarlo, ma non abbastanza per fargli cambiare idea.
    - Di quel bambino non saprà nessuno per del tempo. Per allora tuo marito potrebbe essere davvero suo padre.-
    le implicazioni di quella frase erano ovvie e non avevano bisogno di ulteriore spiegazione. Ancora una volta, Maucroix si limitò a concentrarsi su ciò che riusciva a leggere sul viso di Hélène, ma soprattutto sulla risposta che gli avrebbe dato.
    Le stava mettendo su un piatto d'argendo la testa di Octave Blanchard. Ciò che lei non sapeva, era che Maucroix sapeva bene che era quella di sua moglie, che avrebbe dovuto essere su quel piatto..peccato che per egoismo la preferiva lì dov'era, su un collo del cui sapore ancora non voleva privarsi, meno che mai ora che sapeva che in grembo Hélène portava suo figlio.
    In effetti la proposta fondamentale che le stava presentando non era quella, l'offerta di fare di lei sua moglie era più di quanto pensava fosse ragionevole. Stava dando retta ad una parte della sua mente che lottava senza sosta con la più saggia.

    Edited by Balthazar de Maucroix - 24/4/2016, 08:57
     
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  13. Hélène La Châtre
     
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    Hélène rimase spiazzata da quelle parole, le ci volle qualche secondo prima di capirne il significato.
    La serietà che lesse sul volto del Consigliere si trasferì di rimando anche sul suo. Boccheggiò un paio di volte senza effettivamente proferire verbo. Forse per la prima volta da quando lo aveva conosciuto si rese conto di tutta l'incredibile scaltrezza dell'uomo. Davvero non sapeva nulla del fatto che fosse lei stessa a sovvenzionare i ribelli? E poi come aveva avuto quelle prove? O piuttosto sospettava davvero di suo marito? Magari non aveva nessuna prova, ma aveva trovato una perfetta scusa per toglierlo dai piedi. Lui era come uno specchio, per quanto Hélène provasse a leggergli nel volto, nello sguardo, lui non si lasciava sfuggire nulla. Perfino il lieve incresparsi degli angoli della bocca coperti dalle punte dei baffi sembrava posato e calmo, come se l'argomento di discussione fosse il tempo piuttosto che la sorte della vita di un uomo.
    Rimase senza parole e non riuscì a nascondere l'evidente disagio dal suo sguardo.
    - M-monsieur...- balbettò.
    -...Io...davvero non so cosa dire...- distolse lo sguardo da quello di lui.
    -...non potete chiedermi di decidere della morte di mio marito...senza neanche volermi dire le prove a suo carico...- tentò. Aveva bisogno di sapere qualcosa in più. Di nuovo si rese conto che, nel profondo, avrebbe mandato suo marito alla forca ben volentieri se questo voleva dire unirsi a Balthazar Maucroix per sempre. Era quel continuo altalenare dei suoi pensieri inconsci a renderla poco lucida, quell'uomo la intrigava infinitamente, ma allo stesso tempo quasi lo odiava per il ruolo che ricopriva e sapeva di doverlo combattere.
     
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  14. Balthazar de Maucroix
     
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    Il comportamento di lei lo rendeva furioso eppure nulla gli si leggeva in faccia; non riusciva a trattarla come avrebbe trattato un traditore e non aveva intenzione di farlo. Neanche a mente fredda avrebbe deciso che sarebbe stata lei a pagare per i suoi errori..non voleva privarsi di Hélène e ormai gli era chiaro. Ciò non gli impediva tuttavia di essere nondimeno furioso.
    Il Consigliere supremo si piegò alla curiosità di lei e tirò fuori da una piccola tasca del panciotto un pezzo d'argento.
    - Appena arrivato, ho fatto segnare il denaro dei Blanchard. Ogni pezzo ce ne fosse. -
    non erano molti, i soldi in moneta che giravano in nobiltà. Per tutto il resto c'era sempre il credito sul nome della famiglia con saldi che avvenivano dopo diverso tempo ed erano quasi sempre in valuta cartacea. Le monete erano molto più comode per scambi veloci di natura privata.
    Nel confessare la cosa, Maucroix rovesciò la moneta tra le proprie dita, rivelando il segno che era stato posto sul metallo.
    -Il denaro che ha corrotto i servi che hanno fatto da complici alle ultime bravate dei sovversivi era composto anche da diverse di queste.-
    Maucroix accennò ad abbassare gli angoli della bocca con un'espressione di concessione, come se stesse dando il beneficio del dubbio alla questione
    -Che poteva non voler dire niente..ci sono altri modi in cui delle monete appartenenti ad aristocratici possono passare in mano a popolani.-
    gli occhi di ghiaccio dell'uomo puntarono ora in quelli di Hélène. Non voleva perderla, anzi la voleva per sé più che mai, ma non si sarebbe neanche privato di punirla per quello che stava facendo.
    - Poi però mi è bastato seguirlo..e non più tardi di tre giorni fa ha avuto un incontro clandestino nel quartiere tra i più bassi della città. A quello che ho saputo, pareva fosse un abituale, tra quella gente. -
    Ancora una volta non staccò gli occhi da quelli della donna, si prese il tempo di guardare il suo viso, apprezzandone l'infinita bellezza persino in quel momento.
    - Credo che la decisione meriti di stare a voi, invece. Perché sapete bene che ci sono conseguenze alle nostre azioni. -
     
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  15. Hélène La Châtre
     
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    Hélène capì immediatamente che la sua copertura era saltata. Aveva imparato a riconoscere lo sguardo del Consigliere e quello che le stava riservando era preoccupante. Fissi su di lei quegli occgi indagatori la fecero rabbrividire. L'uomo era stranamente calmo, come se avesse la situazione completamente sotto controllo ed era effettivamente così. Piuttosto lei sentì il nervosismo crescerle dentro e tramutarsi in paura. Era chiaro che Maucroix avesse un piano in mente e sapere che avesse lei come protagonista la terrorizzò.
    Sentì la testa pesante e annebbiata priva di qualsiasi difesa. A renderla ancora più confusa era il fatto che lui aveva deciso di affrontarla privatamente e quella proposta di matrimonio che le aveva concesso poco prima le suonava strana e contraddittoria.
    I suoi occhi persero la capacità di mettere a fuoco l'immagine del Consigliere.
    -Ca...capisco...- farfugliò portandosi una mano sul capo. Aveva senso continuare quel gioco?
    -Dunque...- tentennò col viso basso e cercò di nuovo lo sguardo di lui.
    -...dunque è questo ciò che merito? Fate pure ciò che va fatto Eccellenza...- quell'ammissione di colpa culminò in una fitta alle tempie che la stordì. Le gambe le si fecero molli e sentì che non riuscivano a reggere più il suo peso. La testa fu invece improvvisamente leggera.
    Cadde a terra perdendo i sensi.
    La sua condizione fisica in quel momento le era solo d'intralcio.
     
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