25 ottobre 1783

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  1. Hélène La Châtre
     
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    Hélène Blanchard non tardò più di un paio di giorni dall'incendio di Palazzo d'Inverno per mettersi in contatto con il Bibliotecario, il suo collegamento con la frangia ribelle. Dopo i sospetti rivelati da Maucroix avevano stabilito di non incontrarsi più, ma di comunicare tramite missive. Il sistema era semplice, ma funzionale e il Consigliere sembrava aver fatto cadere ogni dubbio su di lei; ogni qual volta uno dei due aveva necessità di contattare l'altro abbandonava una busta contenente un messaggio che letto da chiunque altro si sarebbe rivelato privo di senso, nei giardini del castello, in una fessura molto profonda nel muretto su cui si arrampicava un sublime glicine; poi lei mandava una serva fidata a richiedere un libro in biblioteca per suo conto, oppure, di rimando, il bibliotecario inviava un suo assistente a comunicare l'arrivo dalla Capitale di un tomo richiesto per la consultazione dalla famiglia Blanchard.
    Fu tramite questo stratagemma che Hélène chiese ed ottenne un colloquio con parte dei ribelli, pochi in realtà, ma si fece assicurare che almeno il Rodomont fosse presente. Si accordarono per lasciar passare qualche settimana dall'avvenimento che aveva allertato ogni guardia della città.
    L'incontro sarebbe avvenuto quella sera, la donna avrebbe liquidato il consorte Octave e Monsieur Maucroix con la scusa di non sentirsi troppo bene. Sarebbe sgattaiolata da Villa Blanchard a piedi, indossando una vecchia veste che aveva accuratamente sporcato e stracciato nei giorni precedenti e che aveva nascosto nelle stalle, avrebbe quindi raggiunto vicolo buio e lì un ragazzino l'avrebbe riconosciuta e portata nel luogo prescelto.
    Quella mattina però le sue condizioni fisiche non erano effettivamente ottimali, si era svegliata con un forte senso di spossatezza e di nausea che sembrò confermarle un timore profondo e inquietante che aveva provato a ignorare fino ad allora. Aveva notato il ritardo del consueto periodo che le ricordava l'infertilità ogni mese, ma lo aveva attribuito a mille altri motivi, tranne il più plausibile. Non poteva essere. Anche quel malessere era sicuramente una coincidenza, in fin dei conti se qualcosa fosse andato storto quella sera sarebbe potuto succedere di tutto. Non osava pensarci.
    La giornata passò fin troppo in fretta e, come da programma, Hélène raggiunse Vicolo Buio col favore della notte.
     
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  2. Jethro Rodomont
     
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    Quando la donna entrò nell'umida cantina aveva ancora una sudicia pezza scura sopra gli occhi. Jethro Rodomont non nascose un ghigno divertito all'impudico pensiero che gli attraversò la mente per un attimo. Aveva un debole per i capelli corvini. Sedeva dietro un malandato tavolino traballante su cui un'altrettanto consunta candela illuminava come poteva la stanza. Yann, che aveva scortato la loro ospite fino a lì, si chiuse la porta alle spalle e liberò lo sguardo di Madame Blanchard.
    Fu Jack il primo a parlare sporgendo un braccio oltre le spalle di Jethro e sopra alla flebile fiamma.
    -Piacere Madame, Jack Rodomont, è un piacere conoscervi e vi ringrazio per l'ingrato compito che state svolgendo...-
    Hélène ricambiò la stretta di mano, ma non i convenevoli e anzi fulminò con lo sguardo l'uomo.
    -Sarebbe molto più semplice se evitaste di uccidere il mio bersaglio una volta a settimana...- commentò pungente, il suo volto era contratto in un espressione severa.
    -...o se evitaste di mettere in rischio anche la mia vita- aggiunse rivolgendosi a Jethro. Lui ricambiò lo sguardo con un eloquente movimento delle sopracciglia. Rovistò nella tasca dei pantaloni e si portò alle labbra una sigaretta sbilenca che accese subito dopo sulla candela.
    -Madame, era perfettamente al corrente del pericolo della sua missione, mi sembra...- borbottò il giovane.
    -Ne sono perfettamente cosciente, voi, al contrario, mi sembra che abbiate ben capito chi avete di fronte- ribattè lei inflessibile.
    Jethro sbottò in una risatina -Eh beh, è per questo che ci serviamo di voi-
    -E allora lasciatemi fare il mio lavoro!- La donna alzò la voce con tono rabbioso. Il ragazzo che l'aveva accompagnato fin lì sobbalzò poggiandosi accanto al biondo che aveva seduto accanto.
    Hélène riacquisto un tono pacato -Maucroix è diffidente per natura. Non sono ancora riuscita a fare in modo che si fidi di me...- sentì la strana sensazione che provava quando mentiva. Fece una pausa, ma riprese subito dopo. -Dovete lasciarmi campo libero, il che vuol dire lasciare campo libero a lui, lo tenete costantemente in allerta, vanificate tutti i miei sforzi, ve ne rendete conto? Dovete tenere un profilo basso...- passò l'indice sul tavolino come a voler controllare quanti strati di polvere stantia vi ci fossero accumulati sopra. -Non dico che non dovete creare qualche disordine ogni tanto, ma quanto meno evitate altri incendi!- Concluse.
    Lo sguardo di Jethro si spostò istintivamente verso Adrien per non perdersi la reazione del ragazzo ad una simile esclamazione.
     
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  3. Adrien L'Ange
     
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    Non era molto interessato in quell'incontro, a malapena alzò lo sguardo sulla donna quando lei entrò e quasi subito sbirciò piuttosto verso Yann. Aveva voluto per forza immischiarsi in quella faccenda e "fare il suo", come diceva spesso. Intanto rischiava la pelle per una che pur con la sua storia non piangeva miseria più di tutti gli altri aristocratici, anzi. Tutti a parlare di quanto grande fosse l'aiuto che stesse dando e il sacrificio che stesse facendo nel concedersi a Maucroix, ma non era né la prima né l'ultima donna che apriva le gambe per un vecchio e la causa dei ribelli non era certo l'unico vantaggio che riscuoteva dal farlo. Maucroix era l'uomo più potente del Paese dopo il Re.
    Adrien non emise un suono, come al solito..a volte sembrava non fosse neanche lì. Ascoltò il battibecco tra Jethro e Madame Blanchard con sguardo tediato e rivolto verso una direzione imprecisata della stanza. Finì sovrappensiero e quando la donna sbottò si ritrovò bruscamente riportato alla conversazione; quando Yann gli si poggiò addosso lui sentì un'immediata tensione quasi soffocarlo. Istintivamente portò la mano sinistra alla spalla del ragazzo e lo scostò con una spinta decisa; aveva un'espressione bonariamente insofferente.
    Quella donna era davvero assurda, voleva dir loro come agire, facile dirlo per lei. Quando tirò fuori la limitazione sugli incendi fu davvero troppo; Adrien girò lentamente il capo verso di lei, forse era l'unico sguardo in quella stanza a non averla guardata con un briciolo di desiderio o almeno di curiosità. Gli occhi cristallini del piromane non esprimevano niente, lo sguardo era piatto. Quando invece spostò l'attenzione su Jethro, l'ammicco impaziente che gli rivolse fu ovvio..se quello sguardo avesse avuto voce, avrebbe detto "Hai intenzione di sbatterla fuori o lo faccio io?"
     
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  4. Jethro Rodomont
     
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    Jethro abbassò lo sguardo sorridendo fra sè, aveva intuito i pensieri dell'amico e, francamente, non poteva che condividerli.
    -Madame...- fece per alzarsi, ma Jack gli pose una mano ferma sulla spalla trattenendolo lì.
    -Madame Blanchard ha ragione- disse serafico il vecchio rivolto ai compagni.
    -Se non lasciamo che Maucroix possa crogiolarsi nella nullafacenza della vita di palazzo non abbasserà mai le difese-
    Jethro digrignò i denti -Zio...-
    Jack diede qualche pacca sulla sua spalla -Ragazzo, davvero, non hai idea di cosa è capace quell'uomo...-
    Il giovane emise uno sbuffo dal suono gutturale -Neanche lui sa di cosa siamo capaci noi e l'incendio di Palazzo d'Inverno ne è stata la prova-
    Hélène lo guardò in tralice alzando un sopracciglio -Devo davvero sottolineare di quanto ti ha mancato la pallottola di Maucroix?-
    L'occhiata che Jethro le lanciò era ricolma di risentimento. Si alzò indispettito e diede le spalle agli astanti dirigendosi verso una piccola finestrella posta in alto, quasi al limite con il basso soffitto; dava sulla strada, si potevano vedere i passi delle persone camminare di giorno, a quell'ora c'era calma piatta e la strada pareva non avere fine inghiottita dall'oscurità.
    -Ci stiamo inoltrando nel pieno dell'inverno, mancheranno i viveri, farà freddo...sarà difficile far mantenere la calma ai nostri, ma ci proveremo- fissava il vuoto concentrato -Coglieremo l'occasione per organizzare qualcosa di davvero efficace. Madame Blanchard, non tardi a fornirci le giuste informazioni, saranno fondamentali...-.
    Inspirò e sbuffò un pesante soffio di fumo quando vide una lieve luce per un momento illuminare l'angolo della strada di fronte alla finestrella. Prese a scrutare quel punto esatto insospettito. Che fosse davvero una giubba rossa quella intravista in quell'attimo? No, impossibile. Per prudenza non staccò gli occhi da lì ancora per qualche minuto. Nulla si mosse, anche la brezza autunnale sembrava essere svanita quella sera. Sorrise fra sè; era troppo tempo che non faceva qualche idiozia solo per il gusto di un bel duello con le guardie.
    Si voltò di nuovo verso gli astanti.
    -Avete una dama da compagnia Madame?- domandò.
    Hélène lo guardò interogativa, così come gli altri -...No, ma non vedo come la cosa possa interessarvi Monsieur-
    -Una dama del suo rango senza dama di compagnia? È sconveniente!-
    Jack sbuffò. -Jethro, ma ti sembra il momento?-
    La donna alzò una mano per far tacere il vecchio -Continuo a non capire perchè la cosa vi interessi...-
    -Lei avrà una dama di compagnia entro fine mese, sarà una dei nostri, sarà più facile comunicare- decretò il ribelle.
    Madame Blanchard scoppiò a ridere -Allora siete davvero un'idiota, Monsieur! Pensavo fosse un giudizio azzardato e invece...- si fece seria d'un tratto appoggiando entrambi i palmi delle mani sul tavolo -Stai a sentire tuo Zio, Rodomont, o con Balthazar Maucroix non avrai una seconda possibilità di scampo, e neanche io per colpa tua!- sibilò tagliente.
     
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  5. Balthazar de Maucroix
     
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    Nel frattempo, nel quartiere borghese..

    Un vecchio compagno d'arme gli aveva insegnato quel trucchetto della moneta; come farla passare da una parte all'altra della mano con la semplice agilità delle nocche. All'oscuro, nella sua carrozza, Balthazar de Maucroix sedeva rilassato, in attesa. Era ben coperto, dal mantello scuro spuntava solo il braccio sinistro; il gomito era poggiato al davanzale della quadrata finestrella dell'abitacolo ligneo, la mano puntava verso l'alto, le dita si muovevano continuamente in un gesto ipnotico. Gli occhi freddi del Consigliere Supremo erano fissi sulla moneta d'argento che manipolava ormai da diversi minuti. Era un semplice pezzo d'argento, non diverso da tanti altri che teneva nella scarsella se non per un'impercettibile macchia di inchiostro nero che ne segnava il fianco. Senza conoscerne l'esistenza, quel segno era difficile da notare, per Maucroix invece era palese come se l'intera moneta fosse stata nera come la pece.
    Da poco dopo giunto a Mauvaiserose, i suoi sospetti erano subito andati su Octave Blanchard, riguardo possibili associazioni tra membri dell'aristocrazia e ribelli. Non a caso proprio al nobile, Maucroix era andato a parlare del disguido con le sue stanze al Castello. L'offerta dell'uomo era stata puntuale e aveva seguito le previsioni del Consigliere. Il resto era stato facile, aveva fatto sì che ogni conio di casa Blanchard venisse segnato, i suoi servitori si erano occupati della cosa con facilità, grazie alla libertà che il ruolo di Maucroix permetteva di godere a lui e ai suoi.
    La prima cosa che i ribelli sembravano avere, senza poterselo permettere, era il denaro. Utilizzavano esplosivi, possedevano armi, sfruttavano risorse che dei semplici pezzenti non avrebbero potuto sfruttare e soprattutto corrompevano, lui stesso ne aveva avuto la prova dal primo giorno passato in città. L'idea gli era venuta proprio quando aveva interrogato i servi del Castello, allora non aveva verificato materialmente che tipo di pagamento fosse stato dato loro ma la seconda volta che si era trovato di fronte ad una situazione del genere, cioè la notte dell'incendio del Palazzo d'Inverno, non era stato così sprovveduto. I servi arrestati avevano celato il loro compenso ma avevano finito per confessarne l'ubicazione. Tra le monete che avevano riscosso per lasciare aperte le porte secondarie del Palazzo, ve ne erano tre segnate con il marchio d'inchiostro che Maucroix aveva fatto applicare al denaro di casa Blanchard. Una di queste era quella che l'uomo si stava passando ripetutamente tra un dito e l'altro della sinistra.
    Quella notte Hélène aveva lamentato di non sentirsi bene e la cosa non l'aveva stupito, conoscendola gli era sembrato che effettivamente la donna non fosse del tutto in forma. Quando però il servo di casa Blanchard che gli faceva da spia da un mese a quella parte lo aveva raggiunto in fretta e furia per informarlo del fatto che Madame Blanchard aveva lasciato il Palazzo di suo marito, Maucroix si era messo in carrozza con un altro servitore, il suo più fidato attendente. Mentre la carrozza del Consigliere Supremo non era andata oltre il quartiere borghese di Fleurdujour, il suo attendente era andato oltre, seguendo la soffiata della spia di casa Blanchard.
    Erano diversi minuti che il servitore non tornava, il che indicava che poteva aver trovato ciò che interessava al suo padrone. Maucroix attendeva silenzioso come un predatore dotato di tanta pazienza quanta voracità.


    Jack Rodomont era attirato dall'idea di suo nipote, ma soppesò anche un suo pensiero che lo fece apparire assorto per qualche secondo.
    -E' di rango troppo alto perché la sua dama di compagnia non desti curiosità. Devono essere di buona famiglia, sai..- si strinse nelle spalle e sospirò
    - Se Isabelle Eros non fosse una pessima bugiarda, farebbe al caso nostro. - la giovane nobile era prossima alle nozze con Sebastien d'Angeaux, uno dei loro sostenitori più convinti. Si era dimostrata anche lei, all'occasione, favorevole alla loro causa, ma era una donna delicata, pura e totalmente inadatta ad un ruolo di doppio gioco.
    - Magari una serva.. - lo sospirò come se non fosse una prospettiva più allettante ma fosse il meglio a cui potessero aspirare data la situazione.
     
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  6. Hélène La Châtre
     
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    Hélène sentì di nuovo il malessere che l'aveva colpita alla mattina, spossatezza improvvisa, giramento di capo e nausea. Inoltre sentire discutere in quel modo della sua persona la infastidiva non poco, chi si credevano di essere esattamente? Stolti superficiali, alla stregua di bambini, ecco cos'erano. Rimase poggiata al tavolo per sorreggersi e appena il capogiro momentaneo le diede tregua si raddrizzò inspirando lentamente.
    -Mi fate pensare di star correndo un inutile rischio sapete?- parlò piccata -Non pensavo di dover spiegarvi proprio tutto...Non ho mai avuto una dama di compagnia e lo sa tutta la città, non credete che, magari, Monsieur Maucroix si potrebbe insospettire di questo mio cambio di vedute improvviso? Dico seriamente, non sottovalutatelo mai. Mai. Il Consigliere riesce a tenere a bada nella sua mente molti più pensieri di quelli che si annodano in qualunque altra, molti più che quelli di tutte le nostre messe insieme, ve lo assicuro...- era sincera. Era forse l'unica cosa su cui era veramente certa riguardo Maucroix, il suo acume era pressochè illimitato. Il senso di nausea crebbe di intensità, non era più in grado di sostenere quella conversazione.
    -Comunque, valuterò la cosa e vi farò sapere. Ora, se non vi dispiace, vorrei ritirarmi nella mia dimora- la donna fece per andare verso la porta senza aspettare che qualcuno dei ribelli gliela aprisse educatamente.
    -Err, Madame?- La richiamò Jethro -Per uscire abbiamo previsto un altro passaggio, per sicurezza, nel caso qualcuno vi avesse notato...- il giovane si avvicinò ad una sbilenca scaffalatura ricolma di barili dal dubbio contenuto. Dalla facilità con cui la spostò Hélène credette fossero in realtà vuoti. Il ribelle rivelò quindi un piccolo accesso in fondo alla stanza.
    -Prego, da questa parte...- fece spalancando la malmessa porticina. Era un passaggio stretto e basso, la donna si sarebbe dovuta chinare non poco per passarvi.
    -Uscirete su un piccolo vicolo chiuso, seguitelo e vi troverete di nuovo su Vicolo Buio. Adieu, Madame- la salutò con un cenno del capo mentre la donna spariva nell'oscurità.
    Mentre i suoi occhi si abituavano al buio Hélène si portò una mano al grembo, sentiva dei brividi di freddo corrergli lungo la schiena sebbene fosse coperta a sufficienza. Dovette assolutamente fermarsi a metà di quello stretto vicolo, la nausea era insopportabile. Rigettò appena, per lo più succhi gastrici, e fortunatamente si sentì subito meglio. La cosa la tranquillizzò poco in realtà, sentì invece il battito accellerare insieme al respiro e alla voragine delle sue riflessioni. Il dubbio di una gravidanza in atto si stava trasformando in una tragica realtà confermata da quei sintomi che conosceva bene. Due lacrime le scapparono dagli angoli degli occhi nel realizzare quella verità. Si fermò di nuovo, ormai mancavano pochissimi passi alla fine della stradina, respirò profondamente e cercò di razionalizzare la situazione. Sarebbe andata dal medico la mattina successiva e tutto si sarebbe risolto. Il fatto che più la disorientò fu l'estrema certezza di sapere che non aveva mai disubbidito alla prima regola che Balthazar Maucroix le aveva dato, era stata solo sua per quell'ultimo mese e mezzo e lo aveva fatto volontariamente.

    Edited by Hélène La Châtre - 21/4/2016, 23:17
     
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  7. Balthazar de Maucroix
     
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    Baptiste Juillard era un giovane della Capitale nato da una famiglia del livello più umile della borghesia, fattasi importante quando l'impresa di tessitura che suo padre aveva ereditato da suo nonno aveva cominciato a diventare la moda dell'alta borghesia e addirittura della piccola aristocrazia della città. Aveva tratti piacevoli, quasi femminei, su un viso che la diceva lunga sulla sua giovane età; neanche raggiungeva i ventitré anni. Non aveva mai avuto la disciplina del soldato, ma aveva avuto la fortuna di essere alla tenera età di sette anni il garzone di un uomo che era da poco entrato in politica dalle vette della milizia della Capitale. Da portalettere era divenuto facchino, poi attendente e con gli anni addirittura spia fidata. C'era più di un rapporto di lavoro tra lui e Maucroix, Baptiste ammirava quell'uomo e lo considerava come il padre che non aveva mai avuto. In realtà un padre vero ce l'aveva eccome, ma avrebbe scelto un uomo forte e d'intelletto come Maucroix cento volte sul rozzo ottuso arricchito che era Monsieur Juillard.
    Faceva parecchio freddo, se non fosse stato per il mantello di lana scuro che indossava si sarebbe gelato il culo, ad aspettare tutto quel tempo all'accesso di Vicolo Buio. Si passava di tanto in tanto una bottiglia semivuota di liquore con il servitore di casa Blanchard, anche lui appostato per ordine di Maucroix. Quell'uomo era insopportabile, gli puzzava il fiato e parlava solo di idiozie. Quando la figura snella di Madame Blanchard spuntò da un punto del Vicolo diverso da quello dov'era sparita diversi minuti prima, non fu solo una sorpresa ma anche un profondo sollievo. Poteva finalmente andarsene.
    La donna si dileguò, pareva avesse dimestichezza nello sgattaiolare da una parte e dall'altra, non appariva né spaventata nè incerta. Il servitore e Baptiste non cercarono di seguirla, non avevano istruzioni a riguardo. Stavano tuttavia per alzarsi per andarsene anche loro quando altre persone uscirono da Vicolo Buio..si trattava di cinque uomini i cui tratti erano nascosti dalla notte, tranne per i capelli biondo paglia di uno di loro e la testa rasata di un altro.
    -L'hai lasciata berciare in quel modo come se fosse padrona del mondo, ce l'ho già una madre e ti assicuro che non le assomiglia affatto-
    -Menomale, Dam, altrimenti me la dovevi presentare.-
    dal gruppo si alzò una breve risata sommessa e collettiva.
    - Quante scene, è una come tante.. - sospirò quello biondo
    - No, una come tante proprio no. Non sarebbe affatto male entrare nel suo, di letto. -
    - Basta chiedere, secondo me..mi pare ovvio. - scherzò un altro, che venne presto azzittito dal più alto del gruppo
    - Non ti credere.. altrimenti avrei già provveduto. -
    quando un'altra bassa risata scosse il gruppetto, i due servitori approfittarono della distrazione per dileguarsi dal fondo del Vicolo.
    Baptiste si sentiva frustrato; avrebbe voluto ascoltare di più, eppure il rischio di essere scoperti era alto e non potevano permetterselo, meglio tornare a far rapporto col poco che aveva, che poi poco non era.


    Passò diverso tempo, ma la determinazione ad attendere del Consigliere Supremo non vacillò un attimo. Quando il suo attendente fece ritorno assieme alla sua spia di casa Blanchard, Maucroix si voltò rapido verso la finestra della carrozza, svelando solo allora l'impazienza con cui aveva atteso. Cacciò la moneta dentro un taschino sottile del giustacuore e aprì la porticina: guardò dietro Baptiste e l'altro..non erano seguiti. C'era solo il tranquillo quartiere di Fleurdujour a far loro compagnia.
    -Ebbene..?-
    Fu Baptiste a parlare e ciò che rivelò confermò i sospetti che aveva avuto da quando aveva scoperto chi fosse Hélène. Era ancora una La Châtre, in tutto e per tutto. Il servitore dei Blanchard proseguì il rapporto di Baptiste e aggiunse i discorsi che i ribelli avevano fatto riguardo la donna. Per quanto avesse curiosità nell'apprendere ciò che disse l'uomo, il suo modo di raccontare lo infastidiva..era come un animale infervorato. Era stato utile, dopotutto..perfino alla fine; gli faceva piacere sapere almeno che Hélène non si era offerta alla feccia di Mauvaiserose ed era rimasta semplicemente un desiderio insoddisfatto in quegli uomini da niente.
    Maucroix interruppe le seguenti illazioni del servitore e diede brevi disposizioni a Baptiste; che seguisse le tracce di Hélène e si assicurasse che tornasse sana e salva al Palazzo.
    Mentre l'attendente se ne andò per un'altra strada, l'altro servitore fu ospitato nella carrozza di Maucroix, che tirò fuori dal piccolo fodero di cuoio il suo pugnale d'argento poco dopo che il calesse ripartì.
    Per tornare al Castello, il Consigliere Supremo fece la strada lunga..scaricò il corpo senza vita del servo di casa Blanchard in una strada malfamata del quartiere borghese, tra bordelli e taverne.

    Più tardi quella notte sentì bussare alla sua stanza, sapeva già chi fosse, dal tocco sul legno della porta.
    Quando incrociò lo sguardo con Baptiste gli fece un cenno interrogativo che venne subito soddisfatto.
    - L'ho persa per un po' ma poi l'ho seguita da lontano..non mi ha visto. E' rientrata subito, nessuna sosta intermedia. Sembrava non stesse bene, però.-
    - Che intendi, è ferita? -
    il lampo di impazienza di Maucroix sembrò accelerare le parole dell'attendente
    -N..no! Sembrava piuttosto spossata, come se non si sentisse bene di stomaco. Forse l'influenza che sta girando, signore..-
    per il momento Maucroix sembrò quietarsi. Sospirò e si sporse dentro la stanza per prendere un sacchetto di monete che lanciò a Baptiste.
    - Per la tua discrezione. A proposito. Ciò che ho pagato fin ora a quell'uomo..fa' in modo che arrivi alla sua famiglia, se ne ha una -
    - Non so se ne abbia, signore..ma quel maiale sperperava tutto al casino di Rue Gernon..dubito che gli sia rimasto anche solo un pezzo di rame. -
    -Tanto meglio allora..va' a riposare. -
    chiusa la porta della sua stanza. Maucroix tirò un lungo sospiro.
    C'era una diatriba spietata nella sua testa e lui era troppo stanco per assistere.
     
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