29 Settembre 1783

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  1. Balthazar de Maucroix
     
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    Le serate si facevano sempre più fredde. I meno fortunati già da settimane passavano le ore dopo il tramonto ad alimentare fuochi di strada con cassette rubate al porto e cianfrusaglie di qualsiasi tipo, Mauvaiserose era intrisa dell'odore di bruciato della disperazione. Nei palazzi di corte, tuttavia, l'aria che si respirava era ben altra. Candele, profumi floreali, aromi del buon cibo servito su piatti d'argento; niente dava a notare la miseria che aleggiava ad appena qualche miglio dai quartieri più benestanti.
    La Festa d'Inverno celebrava l'inizio di quel periodo, il periodo in cui le condizioni climatiche rendevano più rare le sovversioni dei ribelli. Le condizioni fisiche dei poveri peggioravano, li rendevano deboli e più inclini alla supplica e all'arrendevolezza rispetto alla violenza. Maucroix non la pensava così. Per lui un uomo malridotto è ancora più pericoloso; forse non sarà in forma abbastanza da creare uno scompiglio al giorno, ma di sicuro quel poco che proverà a fare sarà mosso dal limite della disperazione.
    Le autorità locali erano finalmente tornate in riga, il rilassamento dovuto alla scarsa disciplina a cui erano stati sottoposti era scomparso da quando a tenerli sott'occhio c'era lo sguardo dell'integerrimo Consigliere Supremo. La milizia era più efficiente, i controlli più ferrei e le strade più sicure per l'alta società. Maucroix conosceva anche i rischi del mantenere sempre vigili gli uomini di Phèdre..il malcontento di non ricevere abbastanza compenso per il loro servizio li aveva portati ad una tensione non indifferente. Ciò che con successo era riuscito a compiere il Consigliere, era di far loro riversare quella frustrazione sui ribelli. In questo modo aveva non solo scongiurato negligenza da parte delle guardie, ma aveva anche avuto modo di seminare più terrore tra il popolino che sosteneva i ribelli.
    Se qualcuno a Mauvaiserose non avesse conosciuto il nome di Maucroix prima di qualche settimana prima, ora non c'era anima viva che non sapesse chi fosse..e molti avrebbero preferito non saperlo.
    Quella sera in particolare, la corte del Castello, e dunque anche la delegazione della Capitale che comprendeva l'Alto Vescovo e il Cancelliere Supremo, si erano spostati a Palazzo LaRoche per una serata di ballo che si organizzava da settimane ormai. Tutte le dame vestivano in abiti chiari, tutti gli uomini in scuro.
    Maucroix indossava un farsetto di velluto grigio molto scuro con ricami in lucido amaranto che riprendevano l'interno del suo mantello, che all'occasione si intravedeva tra le pieghe dell'indumento quando i movimenti dell'uomo ne permettevano un'oscillazione appena più ampia dell'abituale. La camisia che si intravedeva all'altezza dei polsi, sotto le maniche, era nera pece e permetteva di distinguere il colore particolare del farsetto. Invece della solita croce, Maucroix portava appuntato da spalla a spalla un a catena in oro rosso composta di monili circolari con forgiati in rilievo i simboli della Capitale e del Potere. Forse solo le vesti clericali dell'Alto Vescovo erano più pregiate di quelle che indossava l'uomo.
    Quella sera Maucroix non aveva scambiato molte parole con Hélène e ancora non avevano incrociato gli sguardi da quando ad inizio serata si erano allontanati entrambi con una buona scusa per sottrarre diverso tempo a quella festa nel buio di uno studiolo privato ai piani sotterranei del palazzo.
    Mentre discuteva con Jerome Grochème, filosofo e storiografo locale, dell'inesattezza di alcuni resoconti di guerra degli ultimi decenni, lo sguardo di Maucroix aveva cercato più volte la figura di Madame Blanchard. Aveva addirittura quasi sogghignato tra sé e sé quando aveva notato una ciocca di capelli penderle lungo la schiena pallida ed elegante; non aveva prestato molta attenzione a non sciuparle l'acconciatura, poco meno di un'ora prima, nonostante questo lei l'aveva rimessa a posto molto graziosamente, tanto che quel dettaglio poteva anche non essere una dimenticanza ma qualcosa di voluto e indirizzato prettamente allo sguardo di lui. Il sospettarlo sapendo che non avrebbe mai avuto la conferma da lei lo intrigava. Tutto in lei come sempre lo intrigava.

    Edited by Hélène La Châtre - 19/4/2016, 12:22
     
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  2. Hélène La Châtre
     
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    Hélène non aveva mai amato particolarmente la Festa d'Inverno, pensava fosse una scusa come un'altra per organizzare l'ennesimo ballo dell'anno, per altro scusa anche piuttosto banale, non capiva cosa ci fosse da festeggiare nell'arrivo di quel periodo che non era fruttuoso per nessuno e che col suo gelo sembrava congelare anche ogni attività della città. D'inverno non c'era il raccolto nei campi, non partivano e non arrivavano carichi navali, non si combattevano guerre, era un periodo d'oro solo per locande e bordelli, ma anche per tessere magnifici legami diplomatici più o meno ufficiali. Madame Blanchard in realtà adorava quella stagione, la fredda condensa dei respiri, il calore del crepitio dei fuochi accessi dentro le case e sulle strade, i giardini dei palazzi quasi deserti, il candore di cui si ricopriva la foresta; ciò che non poteva sopportare era la smania di ogni aristocratico che conoscesse di dover pianificare tutto in quei pochi mesi, tutto, come se ogni patto, ogni stretta di mano, ogni sodalizio segreto, fosse decisivo per l'estate successiva, come se il resto dell'anno fosse un tempo inutile da passare ad oziare. Erano questi comportamenti che le rendevano tediosa la vita tra i nobili di Mauvaserose. Dunque quel periodo non era fruttuoso neanche per lei, era solo infinitamente stancante per il fatto di dover seguire ogni intricata trama. Lei aveva imparato, col tempo, che la pazienza veniva ripagata sempre, specie in campo diplomatico. Sembrava fosse dello stesso avviso anche il Supremo Consigliere, con il quale si era confrontata sull'argomento qualche giorno prima, conversazione che era cominciata proprio dopo che lei si era lasciata sfuggire una lamentela circa l'obbligata scelta d'abito per quella festa. Non aveva dubbi che l'uomo avesse uno sguardo decisamente più ampio di tre gelidi mesi, aveva anzi avuto il sospetto che lui si divertisse quasi ad osservare dalla sua privilegiata posizione quell'annuale momentanea frenesia.
    Stava amabilmente conversando con Madame La Roche, Madame Phèdre e Madame Girard e le rispettive dame di compagnia scambiandosi complimenti e pareri sugli abiti che indossavano quando si voltò casualmente accompagnando il movimento di una risata incrociò lo sguardo di Maucroix che sembrava fissarla, era poco lontano da lei, un uomo che non riconobbe sembrava parlargli fittamente, ma il Consigliere sembrava più interessato a ripercorrere con lo sguardo i punti esatti che le sue mani avevano sfiorato circa un'ora prima; gli lanciò un fugace occhiolino prima di rivolgere nuovamente la sua attenzione alle nobildonne. Per quanto non amasse quella festa e non amasse neanche l'idea dell'obbligo di dover indossare dei colori chiari, aveva comunque scelto con molta cura il proprio abito insieme alla sua fidata sarta. Sapeva che molte dame avrebbero avuto ampia scelta nei loro guardaroba di ampi abiti color crema, beige o un chiaro azzurro cielo, fu per questo che lei optò invece per un vestito dal taglio molto semplice, ma di un chiaro verde acido. Se c'era una sensazione che riempiva di compiacimento Hélène La Chatre era quella di non passare inosservata nè agli occhi femminili, ma sopratutto a quelli maschili. Un fine merletto color panna le copriva la profonda scollatura sia fino al collo che sulla schiena, attirando in realtà ancora di più lo sguardo su quell'unico particolare che ricopriva il velluto dell'abito; lo stesso colore era ripreso dalle stringhe del corsetto; la gonna le scendeva semplicemente sui fianchi, a gonfiarla erano bastati diversi veli di tulle.
    Madame La Roche si stava proprio soffermando su quanto trovava moderno l'uso del tulle al posto delle scomode strutture di legno quando un violento boato seguito da un preoccupante crepitio di vetri rotti arrivò alle loro spalle. Le urla risuonarono nella sala. Hélène si girò di scatto insieme agli altri nella direzione del rumore, ma vide solo un fitto fumo accanto ad una breccia sul muro che dava sui giardini, esattamente dove prima troneggiava una delle ampie e imponenti finestre, esattamente nei pressi dove aveva visto un attimo prima il Consigliere. Non seppe se il cuore le era balzato in gola per la paura generale o perchè Maucroix era con ogni probabilità stato coinvolto in quella che sembrava un'esplosione.
     
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  3. Adrien L'Ange
     
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    Non era un mistero, se ogni volta in cui facevano saltare in aria qualcosa quei ridicoli bastardi ci mettevano così tanto a scappare per salvarsi la pelle; quei vestiti erano di una scomodità insopportabile.
    - Sicuro sia una buona idea.. -
    - Sicuro è una parola grossa. E' un buon piano. Non dirmi che hai paura. -
    Jethro Rodomont, perfettamente irriconoscibile grazie al modo in cui Violante l'aveva pettinato, profumato, sbarbato e vestito, rivolse un ghigno e una strizzata d'occhio verso un uomo apparentemente di mezz'età, riccamente abbigliato a sua volta. Il travestimento di Adrien nascondeva ancor più le fattezze dell'uomo rispetto a quanto il cambiamento di Jethro modificasse il suo. D'altra parte, ad occuparsi del camuffamento del piromane era stato Yann, il giovane più svelto di mano e di cervello che il gruppo di ribelli avesse mai avuto tra le sue fila. Come facesse ad essere così acuto e così ingenuo allo stesso tempo, Adrien non se lo spiegava..eppure si ritrovava a pensarci molto spesso, più di quanto avrebbe voluto. Per quella sera l'aveva vestito e truccato con le fattezze di un uomo appesantito dal peso e dall'età..gli aveva nascosto i folti capelli biondi, con rammarico a sentire il ragazzino, e trasformato il tutto in una pelata notevole con capelli castani e radi a coprirgli solo lateralmente il testone pelato. Il lavoro di quel ragazzo era inquietante; quando Adrien si era guardato nel grosso piatto metallico che Hyacinthe Sejan gli aveva puntato contro per poco non era caduto all'indietro dallo stupore.
    - Se fossi stato sicuro abbastanza da portarti dietro Damien sarei più tranquillo, questo è certo. -
    soffocò un verso di sforzo mentre continuava a scalare la corda che avevano appigliato al balcone su cui stavano per salire.
    - Lui era più utile a mio zio..-
    - Sì, sì..fissa quella roba e facciamo questa stronzata. Sono in vena di rischiare la pelle, dopotutto. -
    Se c'era occasione di bruciacchiarne un po' di quella nobile, d'altra parte..
    I due ribelli non avevano guardie a notarli dai giardini; il diversivo che avevano creato per distrarli ancora reggeva e aveva dato loro modo di salire fino alla balconata laterale del Salone della festa praticamente indisturbati.
    Jethro aveva manualità con gli esplosivi, Adrien per ora stava solo recuperando la corda che avevano usato per nasconderla ma era insuperato nella manipolazione del fuoco. Come accoppiata non era malmessa, dopotutto. Mentre osservava il Rodomont fissare i candelotti di modo che a loro sarebbe bastato nascondersi dietro il muro senza accusare danno alcuno perché l'esplosione avrebbe avuto direzione prettamente interna all'edificio, Adrien pensava che quella pelata finta gli prudeva fin troppo.
    -Cazzo..-
    -Che c'è..- bisbigliò Jethro dopo aver notato che lo sguardo chiaro del piromane era puntato all'interno della sala.
    - Maucroix è a due passi da qui. -
    Jethro quasi digrignò i denti in un sorriso di compiacimento.
    - Tanto meglio..c'è mica Phèdre? -
    - ..no -
    - Beh uno non può volere tutto, dalla vita. Quando vuoi. -
    Jethro lasciò campo libero ad Adrien che diede inizio all'esplosione solo dopo che lui e l'altro si furono messi al coperto abbastanza, dietro le maestose colonne che precedevano la balaustra di pietra del balcone.
    L'esplosione fu decisa e irruenta, la tentazione di vederne il risultato fu forte per entrambi i ribelli, che tuttavia corsero a testa bassa all'interno del fumo per entrare nella sala non visti.
    Il piano era semplice quanto complicato da mettere in pratica. Il lasciare il Palazzo sarebbe stato molto facile, vestiti così; avrebbero semplicemente fatto parte della folla che terrorizzata avrebbe fuggito l'edificio come un branco di pecorelle atterrite. Il punto dolente sarebbe stato approfittare della confusione per buttar giù il palazzo. Damien e Jack si erano già infiltrati a loro volta per fissare in punti strategici altri esplosivi. Mai piano era stato più rischioso di quello perché vi partecipavano quasi tutti i più importanti membri del gruppo di ribelli. Nel peggiore dei casi, la fazione sarebbe rimasta non solo senza i suoi leader ma anche priva dei più attivi nella causa.
    Adrien e Jethro erano già pronti a confondersi nella folla non per scappare ma per gironzolare indisturbati nel Palazzo per attivare i vari ordigni e farli esplodere. Il sangue versato sarebbe stato poco se non nullo..ma intanto il simbolo più magistrale della bella vita aristocratica sarebbe andato in rovina oltre ogni possibilità di restauro.
    Proprio mentre la foschia dovuta all'esplosione si ritirava lentamente, tra rumori di tossire e trambusto di macerie e vetri, una voce disumanamente autoritaria sbraitò in direzione delle ampie porte dalle quali molti aristocratici già stavano per evacuare.
    - NESSUNO ESCA DAL PALAZZO. Voglio tutti di sopra!! Phèdre!! -
    - Ma..Consigliere Sup..-
    - Voi Non Discutete, Phedre! VOI FATE ESEGUIRE QUELLO CHE IO ORDINO! -
    Si penserebbe che un uomo che incute tanto timore una volta che esce col viso scheggiato da vetro e il bel vestito imbiancato dall'intonaco polverizzato perda molta della sua credibilità, invece Adrien suo malgrado dovette ammettere a se stesso che quell'individuo incuteva non poca paura anche da vicino e anche appena colto alla sprovvista. La sua voce era profonda e tagliente, pur turbato sembrava tenere la situazione sotto controllo, la sua mano sinistra accompagnava le sue parole con gesti di spietato comando. Il ribelle cercò lo sguardo di Jethro. Usare il diversivo della folla nel panico non sembrava più un'opzione. La milizia aveva letteralmente fermato la prima ondata di spauriti. Erano bloccati e a quanto pare l'unica via che Maucroix avrebbe concesso a tutti loro erano i piani superiori. Quando Adrien trovò il volto di Jethro a qualche passo da lui, lo vide che già nascondeva a malapena un sorrisetto causatogli dal vedere Leonard Phèdre ingoiare l'aspro comando del Consigliere Supremo.

    Edited by Adrien L'Ange - 18/4/2016, 18:08
     
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  4. Jethro Rodomont
     
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    Adrien seguì Jethro non appena questo si immise nel flusso che caoticamente si dirigeva verso la maestosa entrata.
    Il ribelle più ricercato del paese teneva la testa bassa ed evitava accuratamente lo sguardo di Maucroix, per quanto Violante fosse stata brava nel mascherarlo sapeva che il Consigliere Supremo poteva benissimo nutrire seri sospetti. La sua mente correva alla ricerca di una soluzione rapida e indolore, ma sembrava non trovarne una. La mano sinistra continuava a rigirarsi nervosamente un paio di candelotti nella tasca della giacca; ne aveva altri sparsi in tutti gli spiragli dell'abito, questo avrebbe permesso loro una piccola chanche di sopravvivere se non li avessero scoperti prima.
    -Tieniti pronto...- sussurrò al Piromane accanto a lui.
    Espirò lentamente e si girò a cercare lo sguardo di Maucroix, quando lo trovò lo ancorò al suo e un ghigno si allargò sul suo volto, quel ghigno che precedeva ogni sua avventata azione. Lo vide fissarlo per quello che gli parve un tempo lunghissimo, anche a quella distanza riuscì a leggere sul suo volto l'esatto momento in cui lo riconobbe. Appena la bocca del Supremo Consigliere stava per aprirsi un altro boato fece levare grida di terrore fra la folla; ne seguirono almeno altri due della stessa entità, chiaramente in altre aree del palazzo, ma comunque vicini.
    Un bagliore arancione si accese acanto a lui, Adrien aveva capito esattamente a cosa stava pensando. Jethro si girò di scatto verso di lui, due candelotti per mano già nei pressi della fiamma; appena la miccia cominciò a sfrigolare li lanciò due oltre un paio di guardie e due verso Maucroix che stava tentando di raggiungerlo. La folla si sparpagliò per la sala, i più vicini alle porte riuscirono a passare al controllo delle guardie.
    Altri quattro candelotti erano già accesi nelle mani di Jethro.
    -Va via!-
    Disse ad Adrien prima di voltargli le spalle e salire con un balzo sopra ad un tavolo.
    -Halò, halò, halò!- esclamò levando la sua voce al di sopra delle grida. Lanciò i candelotti di nuovo verso la breccia dalla quale erano entrati sperando di allargarla ancora un po', con la mano libera tirò fuori la pistola ancorata alla sua schiena e la puntò dritta contro Maucroix a pochi passi da lui facendo un lieve movimento di dissenso con la testa.
    -Buonasera Supremo Consigliere, finalmente abbiamo il piacere di conoscerci di persona...-
    Vide con la coda dell'occhio Adrien sparire alle sue spalle, non potè seguirlo neanche con lo sguardo perchè aveva davanti l'unica persona in tutto il Regno che temeva realmente.
    Scese dall'altro lato del tavolo mantenendo la pistola in perfetta posizione, fortunatamente molte guardie erano state attratte dalle altre esplosioni, sapeva comunque di non avere molto tempo a disposizione. Afferrò la prima dama che gli capitò a tiro e solo quando le bloccò il braccio intorno al collo si accorse che era Hélène La Chatre, un raro colpo di fortuna. Cambiò la destinazione della canna dell'arma puntandola verso la donna, che Jethro apprezzò non stesse mettendo troppa convinzione nel cercarsi di divincolare.
    -Adesso stiamo tutti molto calmi, d'accordo? Fermi i suoi uomini o lei sarà la prima a morire stasera, ma non l'ultima...- affermò rivolto verso il Consigliere digrignando i denti. Aveva un ultimo asso nella manica ancora.

    Edited by Hélène La Châtre - 18/4/2016, 11:48
     
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  5. Balthazar de Maucroix
     
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    L'ipotesi che chiunque avesse causato l'esplosione fosse dentro la sala non gli aveva ancora sfiorato la mente; l'urgenza a non far uscire la folla presente nella sala non era dovuta al trattenerli dentro per risolvere i suoi sospetti quanto piuttosto per evitare che avesse luogo la reazione più normale. Qualsiasi fosse il piano in atto, ogni piano si svolge in base a conseguenze che si prevedono quindi qualsiasi contropiano deve avere come premessa la sorpresa. Nel momento in cui impedì ai presenti di uscire dal Palazzo sapeva quantomeno di fare qualcosa di inaspettato che avrebbe destabilizzato i piani dei sovversivi.
    Mentre Phèdre organizzava le guardie di modo che organizzassero un piano di difesa e contenimento della folla, Maucroix lanciò un'occhiata alla scorta personale dell'Alto Vescovo. La sua, invece, era composta da quattro uomini che pur nella sorpresa gli erano stati addosso velocemente e dalla prima esplosione ne era uscito con un bel graffio sulla guancia ma niente più di questo. Una volta assicuratosi del fatto che il Vescovo fosse incolume, volle cercare tra la folla il viso di Hélène Blanchard. Un altra faccia non lontana da quella di lei lo attirò più della donna. Non conosceva quel viso, non l'aveva mai visto prima, eppure non era difficile intuire dal ghigno di quel giovane uomo che la somiglianza con qualsiasi manifesto appeso per strada non era casuale. Si trattava di Jethro Rodomont. Non prestò attenzione a nient'altro, il ribelle più ricercato di Mauvaiserose era riuscito ad entrare lì dentro e poco altro gli importava. L'ordine che stava per dare ai suoi uomini era breve e conciso ma venne bruscamente interrotto dalle esplosioni che seguirono. La confusione cominciò allora e neanche le guardie di Phèdre riuscirono a contenere la folla terrorizzata che prese a disperdersi come cerbiatti braccati.
    Non aveva senso perdere tempo ad indicare ai suoi uomini chi colpire; quegli idioti ancora si guardavano intorno confusi e guardinghi, pensavano solo a proteggere lui ma senza sapere da cosa e chi, dunque inutilmente. Maucroix agguantò con forza la pistola che aveva appuntata al fianco uno dei suoi uomini e superò tutti e quattro quelli della sua guardia, andando deciso verso il Rodomont.
    Non si aspettava la mossa dell'uomo e soprattutto dovette desistere dall'avanzare oltre perché dovette scartare velocemente a sinistra per evitare le piccole esplosioni dei candelotti che quel pazzo lanciò in sua direzione. Quando si rialzò da terra notò che il suo mantello era bruciacchiato e tirava sempre più fumo. Con un gesto rapido sganciò i legacci che lo tenevano appuntato al giustacuore e solo allora riprese ad andare rapidamente verso Jethro.
    -Phèdre!!-
    Sapeva che quantomeno il comandante avrebbe riconosciuto senza difficoltà quel ribelle, sicuramente prima che le sue guardie personali capissero contro quale degli uomini in mezzo alla folla il Supremo Consigliere stesse per sparare. A un certo punto fu chiaro a tutti i miliziani là dentro, chi fosse il nemico. Mentre Adrien passò beatamente inosservato, Jethro si rese palese a tutti, com'era nel suo stile. Maucroix non poteva sperare di averlo meglio sotto tiro, quando quello saltò su uno dei tavoli.
    Non riuscì a sparare immediatamente, si sentiva ancora stordito dalla seconda esplosione che l'aveva quasi coinvolto, dire che gli ronzavano le orecchie era davvero poco. Sparò una volta ma l'uomo scartò rapidamente e scese dal tavolo, afferrò qualcuno tra la folla e puntò a sua volta una pistola contro la donna in questione.
    Maucroix sentì il petto affossarglisi; quella feccia aveva intrappolato nella sua presa Hélène ed era contro di lei che puntava l'arma. La pistola gli si fece molto più pesante in mano e per qualche attimo rimasero così, quella di Maucroix contro Jethro Rodomont e quella del ribelle contro Madame Blanchard. Gli occhi del Consigliere Supremo brillavano di rabbia.
    - Ti farò questa concessione una volta sola. Lasciala andare e prova ad avvantaggiarti di qualche passo, ti assicuro che non c'è scenario in cui ti possa andar meglio di così. - il tono dell'uomo era ben sostenuto, spietato e gelido
     
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  6. Hélène La Châtre
     
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    La stretta dell'uomo attorno al suo collo era ferma, ma Hélène sentì che si era appena allentata, evidentemente il ribelle l'aveva riconosciuta, pensò che non fosse un caso se avesse scelto lei fra tutte le dame spaventate a disposizione. Cercò di non darlo a vedere, ma era piuttosto sicura di non correre alcun pericolo. Il suo sguardo fu catturato dal lento scorrere del rivolo di sangue vermiglio sulla guancia di Maucroix il quale invece sembrava non curarsene.
    Dentro di sè, dopo l'iniziale stordimento, si era fatta spazio una rabbia profonda. Ecco perchè per una decina di giorni i ribelli non si erano dati da fare, stavano organizzando quel blando tentativo di...cosa esattamente? Che pensavano di fare? Perchè non avevano aspettato la sua relazione sulla situazione come da accordi? Sciocchi sprovveduti! Infilarsi nella tana del lupo in quel modo.
    Assecondò i passi di Rodomont che la trascinarono indietro.
    Quello che successe subito dopo non le fu chiaro, fu solo infinitamente veloce. Qualcosa che non riuscì a distinguere cadde dal manico in legno della pistola del ribelle dopo che lui ebbe fatto scattare un perno e fu solo fumo quello che la circondò. Sentì l'uomo sciogliere la presa e scivolare dietro di lei.
    Hélène sentì la gola bruciargli e cadde a terra tossendo.
    Non appena la coltre grigia si cominciò a diradare sentì chiaramente la voce di Phèdre allertare le guardie ed indicare un punto alle sue spalle, probabilmente il varco aperto nel muro dalla prima esplosione.
    -Nei giardini! È passato da lì!-
     
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  7. Balthazar de Maucroix
     
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    Rodomont seguì anche troppo bene il suo consiglio; in pochi secondi non solo si era dileguato, ma aveva anche impossibilitato un braccaggio immediato attraverso una qualche diavoleria che aveva riempito di fumo lo spazio tra lui e le guardie. Maucroix abbassò la pistola e si fece avanti di due passi, quei pochi che lo portarono davanti a Madame Blanchard. La fece rialzare portando la mano che non teneva l'arma direttamente dietro la schiena della donna. Lo riempiva di rabbia il vedere un lieve rossore sulla pelle chiara della gola snella su cui aveva piacere che solo lui potesse metterci mano, non certo un delinquente di strada. Incrociò il suo sguardo per qualche secondo e pensò che come sempre le reazioni della donna non fossero mai quelle che chiunque si sarebbe aspettato. Non aveva tempo di pensarci, tuttavia. Adocchiò suo marito poco lontano e nel superare Hélène si rivolse a lui con veemenza.
    - Blanchard! Smettetela di stare lì impalato! Volete occuparvi di vostra moglie? -
    Fu fuori dal salone pochi attimi dopo. I corridoi puzzavano di candelotti bruciati e c'era parecchio fumo. Quando le sue guardie lo raggiunsero, Maucroix aveva già pensato a cosa ordinare loro. Liberò il labbro inferiore che aveva con forza morso mentre camminando guardava dalle finestre dei corridoi i movimenti della milizia che Phèdre stava mandando alla caccia del ribelle.
    -Sono almeno in sei..cercate nei corridoi e seguite le direzioni delle esplosioni. Due erano ai piani sottostanti, una nell'ala sud e una nell'ala est. Una nei giardini e tre a questo piano..devono aver colpito la terrazza nord.- indicò con un cenno del capo il grande corridoio che portava al Salone principale del palazzo che non veniva usato quasi mai perché troppo ampio per tenerlo riscaldato e dunque perennemente gelato. Nonostante la scomodità per tenervi una festa, era comunque il salone che dava accesso alla terrazza della facciata del Palazzo e almeno una delle esplosioni Maucroix l'aveva percepito provenire da lì.
    - Catturateli o sarà molto lunga venirmi a spiegare perché non siete riusciti nell'intento. Ora andate!!- le guardie si dispersero al finale comando del Consigliere Supremo. L'uomo si portò solo ora la mano destra alla guancia che gli bruciava e quando ritirò le dita le vide sporche di sangue. Si sentiva fremere di rabbia. Ormai tutto il trambusto proveniva da fuori, ben pochi degli invitati erano rimasti dentro il palazzo..era diventato impossibile per le autorità conte ere la folla dopo le esplosioni che rapide si erano susseguite dopo la prima.
    Maucroix scese al livello inferiore fino ad accedere da una porta secondaria al cortile che conduceva ai giardini. Aveva ancora la pistola salda in mano. Cercò di estraniarsi dalle ricerche più banali, dalle tracce più ovvie..cercò di pensare come loro. Quale poteva essere lo scopo di quell'attacco, perché creare tutto quel panico all'interno del Palazzo? Il risultato era stato sì, il caos..niente di più..la festa era finita, il palazzo era quasi del tutto evacuato, vuoto. Maucroix girò di scatto il viso verso il palazzo e fu allora che vide. Lo vide prima ancora che Madame Flautard urlasse col grassoccio indice puntato contro una delle finestre del palazzo.
    -Va a fuoco! Hanno incendiato tutto!!-
    Il Palazzo d'Inverno, uno degli edifici più ricchi e maestosi di Mauvaiserose, brillava dall'interno come un tizzone incandescente. Era incalcolabile da dove fosse partito l'incendio, c'erano troppi punti lontani tra loro dove le fiamme già divoravano le pareti.
    Il Consigliere Supremo ebbe solo un ultimo pensiero che mosse i suoi passi e quasi vi si scontrò contro poco dopo essere rientrato nel palazzo. Madame Blanchard, scortata da suo marito, aveva appena sceso la scalinata principale a cui si accedeva per andare dal salone dove si era celebrata la festa all'Ingresso. Maucroix fermò il suo rapido incedere come se ormai avesse ciò che era tornato dentro a riprendere e uscì insieme a quell'ultimo gruppo di nobili che erano rimasti indietro.
    Il resto fu confusione, caos e disorganizzazione. Quando riuscirono finalmente a soffocare l'incendio il palazzo era già compromesso oltre ogni speranza. Le guardie di Maucroix erano uscite dal palazzo con solo due uomini, uno delle cucine e un altro un semplice servitore, apparentemente complici nel lasciar entrare i perpetratori del disastro. Maucroix si avvicinò alla carrozza dei Blanchard dopo ormai un paio d'ore dal tutto. La situazione si era calmata, disposizioni di sicurezza erano state date e il via alla caccia per i ribelli aveva avuto luogo ormai da qualche tempo. La donna era stata visitata e ora lei e il marito erano in partenza verso la magione dei Blanchard. Maucroix si annunciò e fece uscire Monsieur Blanchard senza troppe cerimonie; gli disse di dover interrogare sua moglie riguardo il rapido contatto che aveva avuto col ribelle dato che ogni contatto era prezioso. Quando Maucroix entrò nella carrozza ferma, finalmente i due furono soli e al silenzio. I rimasugli del trambusto della serata erano ovattati al di fuori di quella cabina.
    Maucroix cercò lo sguardo di Madame Blanchard.
    - Sei stata visitata?-
    Non appariva preoccupato o premuroso, solo attento e anche in qualche modo spossato.
     
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  8. Hélène La Châtre
     
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    Hélène era visibilmente scossa. Mai avrebbe pensato che i ribelli potessero arrivare ad incendiare e praticamente distruggere Palazzo d'Inverno, né riteneva ne fossero in grado. Quando Maucroix entrò nella carrozza stava fissando un punto indeterminato delle pieghe della tenda della finestrella sul lato opposto alla porta, solo quando l'uomo le rivolse la parola alzò i suoi grandi occhi chiari su di lui, erano sbarrati e vitrei per il susseguirsi di infiniti pensieri che quelle fiamme le avevano portato; il ricordo di un bagliore simile era rimasto sepolto per 25 anni nella sua mente e risvegliava in lei una sensazione di paura infantile, come allora si sentì per un momento completamente persa e sola nel mondo.
    Non rispose, ma restò a fissarlo, poi alzò la mano sinistra verso il viso del Consigliere sfiorandogli con il pollice il taglio gonfio; non sanguinava più, ma non era stato pulito a dovere.
    -Animali...- imprecò bisbigliando.
     
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  9. Adrien L'Ange
     
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    Dapprima il tocco della donna sembrò non causargli reazione alcuna, poi lentamente lo sguardo di Maucroix si appesantì..diventò l'uomo che solo Hélène conosceva. Abbassò il capo e tirò un sospiro, senza guardare Madame Blanchard alzò la mano sinistra per far scivolare le sue dita tra quelle di lei. Trattenne così la mano della donna contro il suo viso ancora chino.
    Fu un momento breve, durò qualche secondo. Maucroix alzò il capo e si raddrizzò poco dopo e il suo sguardo era tornato quello solito, freddo e calcolatore.
    -Spero tu ricordi con quante dita ti abbia toccata, perché le perderà una ad una appena lo avrò nelle segrete del Castello.-


    La fuga fu spedita, ognuno sapeva dove disperdersi. Il lato negativo dello scappare a quel modo era che nessuno sapeva se gli altri fossero in salvo, non subito. Il luogo dell'incontro era lontano dai quartieri bassi, non si potevano permettere di mettere in pericolo nessuno. Una volta giunti nel fitto del bosco dove Jethro sapeva essere il punto di incontro, Adrien prese a togliersi parte del suo travestimento. La folta e scompigliata chioma lunga dei suoi capelli a metà tra il colore della paglia e quello della cenere gli incorniciò il viso appena il piromane si liberò del camuffamento che più gli aveva dato fastidio in quella serata.
    -Dannato ragazzino..-
    borbottò nel mentre. Si chiedeva dove fosse Yann in quel momento..se fosse al sicuro invece che in giro per le strade a rischiare di essere preso dalle guardie della milizia. Conoscendolo si era fatto vivo sotto il Palazzo d'Inverno nonostante le sue raccomandazioni, giusto per sfilare qualche borsello dai nobili spaventati durante tutto il trambusto che aveva seguito.
    - Non so tu, ma io mi sento rinato. -
    Stavolta parlò a voce più alta, si rivolse direttamente a Jethro. Non vedeva un incendio così bello da anni, la sensazione l'aveva a dir poco rinvigorito.
     
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  10. Jethro Rodomont
     
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    Alle parole del Consigliere Hélène riacquistò un barlume di lucidità e i suoi occhi si assottigliarono e si coprirono di una scura ombra. Cercò di decifrare se nei suoi modi di fare, in quella frase, ci fosse una velata premura e preoccupazione nei suoi confronti. Non disse nulla. Lasciò che le loro dita si separassero, l'uomo aveva già la mano destra sulla maniglia della porticina della carrozza quando la sua bocca parve muoversi con volontà propria, la aprì e la richiuse subito dopo riappropiandosi del controllo. Soffocò quelle parole che stava per proferire nella sua gola, le rimasero incastrate lì, strozzate. Lo osservò scendere e lasciarla nuovamente sola.
    Suo marito la scortò a Villa Blanchard, ma rimase solo il tempo necessario per assicurarsi che stesse bene, poi la lasciò alle cure della servitù ordinando che le fosse preparato un bagno caldo e ripartì alla volta di Palazzo La Roche.
    Un'ora più tardi Hélène chiese di essere lasciata sola nelle sue stanze, si accese il suo solito sigarillo serale, si sedette sul davanzale con le gambe rannicchiate al petto, iniziò a tremare e credette fosse causa della gelida brezza, ma lentamente delle calde lacrime iniziarono a rigarle il volto. Lanciò una rapida occhiata all'orologio posto sulla sua toeletta, erano le 3 di notte. Fece scivolare il suo sguardo sul maestoso cancello d'ingresso fino a Palazzo La Roche che si intravedeva all'orizzonte. Non voleva indagare oltre sulla moltitudine di pensieri mescolati a stralci di ricordi che le albergavano nella mente, sentiva la necessità di un calore confortante e in risposta a quel desiderio interiore le si rivelò il volto di Maucroix. Cercò di scacciarlo via, ma più ci provava più la sensazione delle sue braccia attorno al corpo sembrava viva. Spense malamente il cartiglio fumante sul davanzale, infilò gli stivali, aprì l'armadio e prese il pesante mantello invernale, vi si avvolse e uscì dalla sua stanza. Un forte mal di testa non le permetteva di ragionare chiaramente e il leggero capogiro che seguì peggiorò solo le cose.
    Fortunatamente incontrò solo un paio di servi nel suo percorso fino alle stalle, ma non fecero domande, era solita girovagare agli orari più strani, godeva di una particolare indipendenza che in quel momento si rivelò davvero preziosa, così come fu altrettanto preziosa la conoscenza di molti dei passaggi segreti per entrare a Palazzo La Roche. Ovviamente li trovò tutti sorvegliati, ma bastò farsi riconoscere e pagare profumatamente le guardie per passare quasi inosservata. Raggiunse le stanze del Supremo Consigliere, la sua guardia personale all'ingresso la lasciò passare, era un uomo fidato. Maucroix non era ancora tornato ovviamente. Abbandonò il pesante mantello malamente a terra e si rannicchiò nel letto dell'uomo alla ricerca del suo profumo che in quel momento le era straordinariamente di conforto.



    Jethro arrestò la sua corsa a pochi passi da Adrien e, col respiro ancora pesante, scoppiò in una fragorosa risata.
    -Ahahah...ma li hai visti? Li hai visti?- i suoi occhi brillavano di un'eccitazione palpabile.
    -Perdiana quanto è sopravvalutato Maucroix!- si tirò indietro i lunghi capelli corvini con un gesto della mano destra.
    -...ottimo lavoro Adrien, ottimo davvero!- diede una pacca sulla spalla del ragazzo.
    Sentirono dei rumori alle loro spalle, si girarono guardinghi, ma fortunatamente riconobbero la sagoma di Damien che li raggiungeva a grandi falcate. Di Jack però sembrava non esserci neanche l'ombra.
     
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  11. Adrien L'Ange
     
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    -Finché mi lasciate dar fuoco a qualcosa sono dei vostri, lo sai..-
    l'uomo rivelò denti neanche troppo malandati quando ghignò verso Jethro in risposta al suo inneggiare.
    Quando Damien arrivò, aveva già guardato attorno a Jethro e Adrien per un paio di secondi e quando si rivolse al primo dei due disse ciò che nessuno avrebbe voluto sentire.
    - Jack è con voi? -
    - Era con te. -
    il ribattere di Adrien diede voce all'espressione cauta del Rodomont.
    Damien scosse il capo, aveva ancora il fiato pesante
    -Maucroix ha mandato i suoi a braccarci dentro il palazzo invece di cercare nei giardini come Phèdre..ci siamo dovuti separare per confonderli.-
    Il ragazzo alzò le mani prima ancora che Jethro gli andasse incontro con chiaro nervosismo negli occhi scuri ma altri passi li distrassero e li misero all'erta.
    Pierre, Violante e Lorien si unirono a loro, tutti affannati. Ancora nessuna traccia di Jack. Damien vide l'amico sul punto di perdere la pazienza di nuovo, quando un fruscio vicinissimo attirò gli sguardi di tutti. Una sbuffata di fumo denso annunciò Jack Rodomont prima ancora che uscisse da dietro l'albero contro il quale si era poggiato per aspettare tutti gli altri. La sua voce lo mostrò tranquillo quanto la sua espressione placida lo rivelava.
    - Dopotutto si sono sempre lamentati tanto del problema del riscaldamento in quel palazzo.. -
    Le risate dei ribelli echeggiarono allegre e vittoriose nel bosco, abbastanza lontane dalla città da rimanere solo per loro, da ascoltare.
     
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  12. Balthazar de Maucroix
     
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    Nessuno dei perpetratori della distruzione del Palazzo era stato preso. Maucroix sentiva l'amaro sapore dell'insoddisfazione bruciargli in gola come il più cattivo dei vini. Tutto ciò che aveva in mano erano un cuoco e un misero servo che avevano lasciato delle porte secondarie aperte dopo essere stati pagati da individui che anche se descritti sarebbero stati molto difficili da trovare. C'era poco su cui lavorare ma una cosa era certa. I nobili erano invischiati in quella faccenda di certo, proprio come lui aveva sempre sospettato. Nessun pezzente avrebbe potuto pagare così profumatamente dei complici.
    I pensieri si affollavano nella mente del Consigliere Supremo e in cima a tutto il fastidio di aver avuto Jethro Rodomont sotto mano senza poterlo soggiogare era frustrante. Non gli dava metà dell'importanza che al suo nome veniva attribuito in quella cittadina ma qualcosa nel suo sguardo l'aveva infastidito. E l'immagine di lui che afferrava Hélène era più di quanto potesse sopportare.
    Venutagli in mente Hélène socchiuse gli occhi e sospirò. Avrebbe dovuto farla rimanere al Castello con qualche scusa, per quella notte. Sentiva il bisogno di averla con sé nelle sue stanze in quel momento ma ormai era fin troppo tardi per scriverle. Quando rientrò nei suoi appartamenti sentì l'odore della sua stanza cozzare con quello di fumo dei suoi abiti. Prese a slacciare il giustacuore quando lo sguardo gli si intrappolò tra le lenzuola del suo letto. Il passo che prima lento stava attraversando la stanza si fermò piano mentre riconosceva la figura femminile senza difficoltà. Si era già tolto il farsetto ma si arrestò nello slegare i lacci della camicia, ormai distratto da quella visione.
    Non gli interessava dare un nome a ciò che provò nel vederla lì, sapeva solo che quella sensazione era tutto ciò di cui aveva bisogno in quel momento. Lei si era ridestata nel sentire la porta aprirsi e chiudersi ma lo sguardo di Maucroix era talmente difficile da decifrare che la donna si era raddrizzata sul letto e stava facendo per sedere e dunque alzarsi, forse incerta riguardo ciò che avesse fatto introducendosi in quelle stanze.
    L'uomo avanzò verso il letto prima che lei potesse alzarsi; lo fece lentamente ma con decisione. Scostò con un gesto rapido del piede destro gli stivali di lei dal pavimento e si chinò, con le ginocchia contro il morbido tappeto che sottostava il letto. Le lunghe e sottili braccia si rilassarono lungo le lenzuola ai lati del corpo di Madame Blanchard, mentre con il capo l'uomo si poggiò direttamente contro il grembo di lei. Inspirò con forza il profumo della giovane e il suo espirare tirò fuori tutta la frustrazione che aveva provato quella sera, il fardello delle sue responsabilità, la pressione delle aspettative che aveva su di sé. Lentamente le sue braccia andarono a contenere le gambe di lei, le mani scivolarono lungo il fondoschiena della donna per poi salire; con le punte delle dita solcò l'affossamento lungo la sua colonna vertebrale.
     
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  13. Hélène La Châtre
     
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    La donna scostò della cenere rimasta intrappolata fra gli argentei ricci dell'uomo e vi affondò le sue dita affusolate accarezzandogli dolcemente la nuca.
    Aveva bisogno di quel tocco, della sua pelle a contatto con la propria. Non aveva indagato a fondo sul motivo, per lei era fondamentale appagare quella necessità il prima possibile, ma non poteva certo dirglielo.
    Nei precedente dieci giorni si erano visti quasi quotidianamente, spesso per fugaci momenti, altrettanto spesso avevano giaciuto insieme alla fine della giornata, ma mai nessuno dei due aveva visto l'altro dormire. Né mai lui si era abbandonato in quel modo. Per la prima volta ad Hélène sembrò che il Consigliere avesse lasciato scivolare via la sua corazza, per la prima volta lo sentì abbandonarsi in quel modo. Le sue braccia parevano contenerla e trattenerla come a volerle dire solo con quel gesto di restare lì con lui.
    Sentiva di doversi scusare per essersi intrufolata in quel modo nei suoi appartamenti privati, ma non riusciva a proferire verbo, non voleva interrompere quel momento così intimo fra loro.
    L'altra mano corse a sfiorare il braccio dell'uomo che così ardentemente aveva desiderato che la cingesse.
    Bastò quel poco per sentire il mal di testa attenuarsi anche se appena e per fare in modo che molti dei pesanti pensieri che vi si confondevano svanissero.
    La tensione trattenuta fino a quel momento le fuoriuscì di nuovo in lente e silenziose lacrime. Corse ad asciugarle col dorso della mano non appena le sentì scivolare sulle guance, ma il gesto non sfuggì a Maucroix.
     
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  14. Balthazar de Maucroix
     
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    Una mano di lei si ritrasse rapidamente, facendogli aprire gli occhi dal quieto rilassamento che li aveva fatti chiudere. L'uomo alzò piano il capo per cercare l'unico altro sguardo nella stanza. Fissò a lungo la traccia del pianto che Hélène aveva cercato istintivamente di dissimulare. Non c'era niente di architettato in quel gesto..era tutt'altro che un gesto compiuto così che lui lo vedesse, come quando a volte si metteva a fumare quelle sue dannate sigarette solo perché sapeva di farlo impazzire. Anche il modo in cui l'aveva atteso nel suo letto non era stato seduttivo e solo allora ci aveva davvero fatto caso.
    Maucroix sentì forte il bisogno di baciarla ma rimase invece dov'era e si tirò indietro abbastanza da guardarla meglio in viso, dal basso verso l'alto per una volta. Le sue mani scivolarono entrambe lungo le gambe di lei, i palmi potevano quasi contenere del tutto le cosce affusolate della donna e quando le dita raggiunsero i lembi della gonna, il movimento che l'uomo fece portò le mani in verso contrario, spostando quell'ampia carezza sotto i lembi della veste.
    - Perché sei venuta qui..? -
     
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  15. Hélène La Châtre
     
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    Il sorriso che soleva indossare quando non aveva ancora formulato una risposta per il suo interlocutore apparve puntuale sul suo viso, ma stavolta gli angoli delle labbra non seguirono quella piega dando a quell'espressione un pesante velo di malinconia.
    Scostò lo sguardo da quello di lui abbasandolo.
    -Non...non lo so...- mentì facendo spallucce.
    Il volto le si rabbuiò. Non era stata una mossa saggia, decisamente. Era così vulnerabile in quel momento che se Maucroix avesse voluto le avrebbe potuto far confessare ogni suo crimine.
    Fece per alzarsi -Mi dispiace, non so cosa mi sia preso...- farfugliò stancamente.
     
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