17 settembre

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  1. Balthazar de Maucroix
     
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    La lunga messa era stata seguita da un'ancor più prolissa cerimonia di benvenuto per il Vescovo della Capitale. Maucroix aveva apprezzato che le parole spese su di lui fossero state poche ma giuste, senza che fosse messo troppo in evidenza giacché la sua fama parlava per qualsiasi presentazione potessero enunciare per introdurlo alla cittadina di Mauvaiserose.
    Famoso per il suo passato di condottiero cui nessuno era arrivato al pari, la sua abilità di stratega era stato il suo cavallo di battaglia per condurlo celere come pochi alle vette più ambite dell'alta società. La sua famiglia non era ricca né rinomata, in gioventù non era che un soldato..quel giorno di tanti anni dopo, tuttavia, Maucroix era un nome associato solo e solamente a lui e ispirava tanto timore quanta ammirazione. La sua ultima carica, che stava ancora investendo al momento, era il Consigliere Supremo della Capitale, secondo solo al Re e all'Alto Vescovo.
    Riusciva a tener bene le redini della Capitale, tuttavia non aveva sottovalutato Mauvaiserose, nonostante la differenza palese di popolazione. Era una delle città più ricche, eppure con più concentrazione di ribellione. L'aristocrazia fioriva lì come in nessun altro posto, ma altrettanta erbaccia proliferava indisturbata. Era tempo che arrivasse chi opportunamente l'avrebbe estirpata.
    Aveva avuto diverse ore per osservare i presenti, almeno quelli che potevano interessarlo, e il suo sguardo aveva indugiato più a lungo su coloro di cui già aveva avuto modo di informarsi tramite le sue spie.
    Ormai finita la cerimonia, la cattedrale era temporaneamente divenuta un salotto; il grosso dei nobili era in fila per omaggiare come di dovere il Santo Vescovo, gli altri approfittavano dell'occasione per impicciarsi di affari che potevano essere sfuggiti dalle voci di corridoio.
    Maucroix teneva le dita intrecciate dietro le spalle, aveva un portamento perfettamente eretto, sostenuto e austero come se il farsetto grigio piombo che indossava fosse la sua pelle naturale, così come i calzoni di eccellente fattura, gli stivali pregiati in pelle nera e il mantello scuro dall'interno porpora. Era un uomo dalla pelle molto chiara, in avanti con l'età tanto che i suoi capelli e la barba finemente curata erano argentei; la sua postura faceva comunque invidia al più fresco e zelante dei soldati.
    Parlò con diverse persone, quel giorno, o perlopiù ascoltò. Quando si vide arrivare incontro Monsieur Blanchard, con quella che doveva essere sua moglie, non si stupì di vederlo già pronto ad una mellifluità non comune. Era uno degli aristocratici che aveva già stabilito di tenere sotto controllo; sia per prestigio della sua famiglia, sia per la sua carica a Mauvaiserose, quell'uomo aveva accesso a informazioni che erano in qualche modo trapelate alla feccia della città. Non era un caso.
    Quasi per evitare di palesarsi in un'espressione rivoltata, smise di guardare l'uomo e spostò lo sguardo sulla moglie, finché si stavano avvicinando attraverso la cattedrale. Lo sguardo di Maucroix si alleggerì appena. Sapeva leggere attraverso gli ingannevoli abiti feminili dell'alta società, data l'esperienza. Madame Blanchard aveva fianchi piacevoli che probabilmente seguivano altrettanto armoniosamente una vita snella; il petto era pieno e per completare il tutto, la donna era di una bellezza non comune. I suoi occhi lo incuriosirono particolarmente, così grandi e significativi. Delle donne che aveva già notato quella mattina, lei forse non era oggettivamente la più bella, ma per lui era di gran lunga la più attraente che avesse visto in anni.
     
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  2. Hélène La Châtre
     
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    Hélène si era preparata per giorni a quell'evento. Aveva accuratamente scelto il lungo vestito di seta e velluto che indossava, aveva chiesto alla sarta di eliminare molti dei drappeggi del disegno originale, voleva qualcosa che evidenziasse le sue curve, ma senza mancare di rispetto a palazzo ovviamente. L'incrocio dei due tessuti rispondeva in maniera cangiante rispetto all'angolo della luca che la colpiva, a tratti poteva sembrare nero, a tratti blu scuro, che era poi il colore reale. Per l'occasione chiese al marito una nuova mantella. Fingersi venale con lui era una tattica sempre vincente, era il suo personale modo per fargli credere che le regole dell'alta società le calzassero a pennello.
    Ciò che in realtà indossava con disinvoltura era quella maschera, quel personaggio che si era creata negli anni, l'intrigante moglie di Monsieur Blanchard. Aveva fatto parlare di sè il giusto, d'altronde a corte non ci si poteva esimere dall'essere protagonista delle voci di palazzo, era quasi un battesimo per essere accettata da tutti. In quell'ambiente erano i segreti a fare da padroni, non gli uomini.
    In realtà era cresciuta sentendo il suo nome sulla bocca di tutti, la povera orfanella dei coniugi La Châtre, i famosi pasticceri della Capitale. Che disgrazia e che fortuna la sua, perdere entrambi i genitori nel crollo della propria casa, in pieno giorno, quando era casualmente fuori con la nutrice per una passeggiata. Aveva otto anni ed era stata immediatamente spedita, senza troppe moine dalla sua prozia a Mauvaserose. Un anno dopo era già stata promessa sposa a Blanchard, che erano stati profumatamente ricompensati per aver accettato la sua condizione svantaggiata, come amava definirla la zia. I segreti di cui era venuta a conoscenza in quegli anni non riusciva più a ricordarli tutti, quello che la sconvolse fu solo uno e fu quello decisivo. Stava intrattenendo un membro dell'alto comando giocando nel labirinto patronale come gli era stato espressamente richiesto dal marito, l'ufficiale aveva evidentemente bevuto in maniera eccessiva l'ottimo vino servito a pranzo e spazientito da quel fuggi fuggi la colpì in faccia appena riuscì a raggiungerla. Lei cadde a terra scioccata e mentre l'uomo le balzò addosso riuscì distintamente a capire cosa farfugliava: "Cagna figlia di traditori". Il marito la trovò un'ora dopo, lorda di sangue da capo a piedi. Teneva sempre un pugnale negli stivali, anche se non le era mai servito fino a quel momento.
    Traditori. Avrebbe potuto usare qualsiasi altro epiteto, ma sembrava sapesse di cosa stava parlando. Cominciò ad indagare senza successo, il nome della sua famiglia non compariva da nessuna parte. Fu nel pieno delle sue ricerche che si avvicinò a Cèsar, il bibliotecario, fu lui a svelargli che i La Châtre erano da anni collaboratori dei ribelli della Capitale. La pasticceria era un punto di scambio, teoricamente non doveva essere nulla di pericoloso, teoricamente. Allearsi con i ribelli fu un passo scontato per Hélène a quel punto, sapeva di avere una posizione interessante e da quel momento decise di sfruttarne tutto il potenziale.
    Ed eccola lì che stava per presentarsi al cospetto del Consigliere Supremo della Capitale.
    Seguì il marito fra la folla con lo sguardo basso, preparandosi a svelare il volto, lo sguardo e l'ambigua piega delle labbra nel giusto momento, consapevole che farsi notare dal Consigliere non sarebbe stato facile, consapevole che quel suo compito era una lama a doppio taglio. Aveva intuito il pericolo dall'accortezza con cui Monsieur Cèsar gliene aveva parlato, ma si rese effettivamente conto di quanto la lama fosse affilata solo quando il Maucraix aveva preso la parola per un brevissimo saluto. Lo sguardo che l'uomo rivolse agli astanti era carico di un'oscura profondità, uno sguardo generico che ognuno di loro aveva indistintamente sentito rivolto verso di sè, Hélène compresa.
    Quando Octave Blanchard si piegò leggermente per baciare l'anello di Maucroix, lei seguì il marito in un breve inchino aprendo appena i lembi della gonna e lasciandoli andare subito dopo, trattenne il respiro e si preparò a sostenere con forza lo sguardo del più pericoloso nemico che i lei e ribelli potevano trovarsi a combattere.

    Edited by Hélène La Châtre - 30/3/2016, 22:55
     
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  3. Balthazar de Maucroix
     
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    - Raro piacere, essere testimone di tanta eleganza -
    Nel garbo delle parole dell'uomo non c'era la leggerezza della lusinga quanto più un'impercettibile, latente intensità simile a quella che macchia la voce di chi è distratto da un altro pensiero.
    Soffermò lo sguardo in quello di Madame Blanchard per qualche secondo e non si trattenne dal notarne anche le labbra e le linee della snella gola dalla pelle impeccabile. Aprì la bocca come se volesse schioccare la lingua, ma poi girò lo sguardo verso Monsieur Blanchard e fu a lui, che rivolse la parola.
    - Confido che siate voi a fare gli onori di casa, verso il Castello. Sono diversi anni che non vi metto piede, non vorrei perdermi tra i corridoi e tardare al Concilio. -
    il vero pericolo era che si attardasse tra le segrete, a piantonare passo passo tutti i prigionieri rinchiusi là sotto. Era una tentazione non da poco, ma per quel giorno avrebbe dovuto accontentarsi dell'alta società piuttosto che dei bassifondi. Ci sarebbe stata una riunione tra le alte cariche di Mauvaiserose, l'Alto Vescovo e lui stesso, il Consigliere Supremo. Blanchard, come Segretario personale del Dittatore, avrebbe avuto la sua sedia in bella vista sul tavolo del Concilio. Finita quella riunione, la cena sarebbe stata servita per i presenti al Concilio e le relative consorti e solo in seguito avrebbero avuto luogo i festeggiamenti al Palazzo di Diamante, con invitata una fetta più ampia della nobiltà di Mauvaiserose.
    - Voi e Madame, avevate mai visto di persona, l'Alto Vescovo? -
    Gli occhi del Consigliere andarono allo scranno dove sedevano le grosse membra del funzionario di Dio ma la sua attenzione era tutta rivolta a Monsieur Blanchard.
    - E' curioso, lavorare in onestà per devozione di Dio ..senza davvero mai vederlo, per poi trovarsi sotto lo sguardo del più importante tra i suoi Ministri. - spostò con disinvoltura lo sguardo su Monsieur Blanchard
    - Tuttavia chi nulla ha da nascondere, nulla avrà da rimproverarsi.. -
    I baffi dell'uomo accennarono ad una lieve curva che le sue labbra accennarono. Rivolse quel lievissimo sorriso a Madame Blanchard. Sotto anche la più piccola pressione era più facile vedere una donna tentennare, anche se non diretta perpetratrice di un delitto, piuttosto che un uomo colpevole a lei legato.
     
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  4. Hélène La Châtre
     
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    Octave non fu esime nel dispensare le sue lusinghe al Consigliere Supremo, come era solito fare con chiunque ricoprisse un ruolo di potere. A rango maggiore corrispondeva maggiore adulazione.
    Era un comportamento che Hélène aveva sempre trovato stomachevole, una perdita di virilità riprovevole, piegarsi a quel mo' anche se solo verbalmente. Per altro era perfettamente conscia che un uomo andava misurato più dall'utilizzo della parola che della spada e a dirla tutta l'estro di suo marito non brillava in entrambi i casi. Era però un ottimo contabile, cosa che gli aveva valso la possibilità di ricoprire la carica di Segretario personale di La Roche.
    Tuttavia quel giorno gli fu grata per quel suo servilismo, tutti sapevano la storia di Maucroix e le sue origini; Hélène era convinta che un uomo del genere si crogiolasse nell'essere temuto e rispettato, e sperava che i modi di suo marito le avrebbero garantito la fiducia del Consigliere.
    -Vi lascio alle questioni da uomini, con permesso...- si congedò con un inchino leggermente più lungo e più prono del precedente. Fece attenzione però a non distogliere lo sguardo da quello di Maucroix, voleva che la notasse non che si perdesse fra tutte le altre dame che quel giorno gli si erano presentate.
    Appena ebbe il segno di assenso da due uomini, voltò le spalle al Consigliere e si diresse verso un nugolo di dame dall'altro capo della stanza. Ebbe l'accortezza di camminare lentamente e di lasciare che lo scialle le scivolasse appena sulle braccia in modo da scoprire il lungo scollo a V che le scopriva metà schiena. Era stata una sua idea e la sarta lo aveva reso perfetto impreziosendolo con quelle piccole gemme di zaffiro a seguirne il disegno. Si fermò in mezzo alla sala per sistemare la stola e non mancò di lanciare un'altra rapida occhiata all'uomo in nero scoprendolo, con suo grande piacere, a osservarla di rimando. Hélène aveva limpidamente chiaro il suo compito e, come sempre, non si sarebbe risparmiata per portarlo a termine.
     
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  5. Balthazar de Maucroix
     
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    Il chiacchierare di Blanchard era incessante e banale, l'attenzione di Maucroix andò presto alla donna che li aveva da poco lasciati. I suoi occhi si soffermarono sulla pelle della schiena di Madame Blanchard, sul gesto elegante che lei fece per sistemare la sua stola e scesero fino alla vita, che ipotizzò potesse essere della larghezza complessiva della sua mano distesa. Quel pensiero lo divertì abbastanza da non farlo assopire a causa dei discorsi di suo marito.
    Si trattenne con lui malgrado tutto, voleva conoscerlo meglio e sapeva che con qualche ora di più avrebbe potuto stabilire una base comportamentale dell'uomo che gli avrebbe permesso di distinguere il falso dal vero. Era tutto troppo teatrale, non poteva essere davvero così mellifluo. Allo stesso tempo, lo sguardo di Madame Blanchard lo aveva cercato in più di un'occasione e anche se vi erano una serie di ragioni possibili per quel comportamento, la cosa non era da prendere alla leggera. Pur essendo un uomo di rilievo, Maucroix sapeva che il suo aspetto era ben conforme alla sua età ed era più la sua posizione, piuttosto che le sue fattezze, ad attrarre giovani donne ambiziose. Madame Blanchard era nel fiore degli anni, avvenente e già quasi alla vetta della società di Mauvaiserose. Perché mai dimostrare così tanto interesse per lui..?
    - Ditemi, Blanchard, avete mai pensato di trasferirvi nella Capitale? Un uomo come voi farebbe invidia ai nostri funzionari del Conio. - falso, ma abbastanza per vedere se colui che aveva davanti fosse un uomo ambizioso o meno. Il suo accento era palesemente locale, era originario di Mauvaiserose senza ombra di dubbio. La risposta dell'uomo lo confermò ed effettivamente Monsieur Blanchard si dimostrò più che affezionato al suo attuale scranno.
    Lo sguardo di Maucroix cercò di nuovo Madame Blanchard. Dunque i suoi modi non erano dovuti al desiderio di garantire al marito una carica nel cuore della Capitale, forse però a lei avrebbe fatto gola far parte della società del centro del potere. In alternativa, Madame Blanchard intendeva fare da distrazione, per assicurare al marito protezione dai sospetti che su qualche testa sarebbero caduti, visti i recenti avvenimenti sovversivi.
    Quale che fosse la risposta, quella donna era più intelligente di quanto non volesse far apparire.
    ***
    I suoi pensieri non erano andati a Madame Blanchard quasi affatto, durante il resto della giornata. Solo in un'occasione durante un momento particolarmente tedioso del Concilio i suoi pensieri erano tornati ad accarezzarle la schiena; gli erano persino venuti in mente un paio di graziosi nei che aveva notato con piacere lungo la pelle diafana della donna.
    Ad ogni modo quando i presenti alla cena cerimoniale presero posto a tavola e Maucroix se la trovò accanto, provò una lieve sensazione buffa, come per chi ritrova un oggetto prezioso dimenticato da tempo. Visto che Monsieur Blanchard si stava attardando a far accomodare l'ingombrante Madame Jacqueline Phèdre, al momento in attesa di un altro figlio di suo marito, il Comandante della milizia di Mauvaiserose, fu Maucroix a tirare silenziosamente indietro lo scranno riservato a Madame Blanchard. La osservò sedere e ancora una volta i suoi movimenti aggraziati e il portamento eretto la resero estremamente appetibile ai suoi gusti. Sedette dopo aver fatto accomodare lei, lo sguardo temporaneamente serio ma distratto davanti a sé, mentre si chiedeva se era il profumo della donna, quello che sentiva.
     
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  6. Hélène La Châtre
     
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    Aveva avuto modo di scambiare due parole con Octave prima di prendere posto a tavola e l'uomo le aveva orgogliosamente comunicato di fianco a chi si sarebbero seduti. Lo considerava un orgoglio e a ragione, perché, sebbene la tavola fosse un ovale, vi era un ideale ordine gerarchico e di interesse che i commensali dovevano seguire. Sedere fra il Consigliere Supremo e il Comandante della Milizia era un posto decisamente onorevole per un Segretario di Corte.
    La cortesia del Consigliere la lasciò interdetta, gli rivolse un sincero sorriso e abbassò gli occhi. Il suo sguardo cadde sulla mano dell'uomo sullo schienale dello scranno e scese poi verso l'altra che le indicava galantemente la seduta. Le dita affusolate e molto curate sembravano essere il coronamento degli ornamenti di cui era coperto, sfregavano piano fra loro come se lì, nell'ultima estremità dell'estensione del proprio corpo vi si riversassero sensazioni per cui non vi era posto da altre parti, che quasi volesse scacciare via. Lo trovò un particolare curioso.
    -La ringrazio, Eccellenza-
    Si accomodò spostando elegantemente la gonna su un lato. Scorse quello che le sembrò un vago sorriso sul volto dell'uomo, ma non una parola uscì dalla sua bocca.
    Hélène decise di tentare un approccio da classica donna di corte, ma con l'eleganza che la contraddistingueva. Piegò appena la testa verso Maucroix fingendo di sistemarsi il vestito
    -Spero che il Concilio non sia stato troppo tedioso, Eccellenza- gli bisbigliò, lanciandogli poi una rapida occhiata.
    "Gli occhi bambina, gioca con gli occhi. Un uomo si irretisce dapprima con lo sguardo, poi, se non è un semplice idiota, rimarrà colpito dalla tua mente" l'istruzione ricevuta dalla prozia ora come ora le era davvero preziosa.
     
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  7. Balthazar de Maucroix
     
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    La tavola era apparecchiata impeccabilmente, l'ordine e lo sfarzo della sala addobbata erano conformi alla situazione, eleganti ma non fuori il decoro solenne di una visita ufficiale. Maucroix trattenne tra le dita il suo calice, appena riempito di vino da un uomo della servitù. Aveva un naso importante che conferiva al suo viso ancora più austerità; lo avvicinò al bordo del calice quanto bastò per decidere che l'odore lo soddisfaceva. Posò di nuovo il calice con un gesto impeccabilmente pacato.
    -Non sembra, ma è un contesto da cui si può trarre divertimento, a volte. -
    Aveva voltato lo sguardo semplicemente per godere della vista del viso giovane e piacente di Madame Blanchard, non si aspettava di ritrovarsi in ricambio gli occhi di lei.
    -Ma il sollazzo di un vecchio politico non è certo compatibile con quello di una giovane nobildonna.- l'ombra di un sorriso increspò i baffi argentei dell'uomo.
     
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  8. Hélène La Châtre
     
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    -Oh suvvia, togliamo immediatamente quel broncio!-
    La prozia Agnès era davvero molto anziana, la piccola Hélène non aveva idea degli anni precisi, ma a lei sembravano millenni. Era costretta su una sedia a rotelle da un male che le aveva preso le ossa, anche di questo lei ignorava le specifiche.
    Era ormai passato più di un anno da quando aveva macchiato il letto la prima volta. La servitù ancora ricordava gli urli della ragazzina distintamente. Hélène aveva ormai dodici anni, il seno, ormai formoso, le doleva ogni mese impeccabilmente. Come da accordi era tempo di sposare Monsieur Blanchard, che di anni ne aveva ormai 36, molti più di lei, forse troppi, ma con la sua situazione familiare non poteva sperare di meglio. Il matrimonio si sarebbe celebrato da lì a qualche mese e la prozia aveva pensato che era tempo di concludere la formazione della nipote. Per quanto fosse austera e poco avvezza al compito di bambinaia che le era stato suo malgrado affibbiato con l'arrivo dell'orfanella, sapeva quanto difficile fosse la vita di una donna di corte.
    -Bambina mia, credi davvero che il matrimonio si basi sulla fedeltà? Sei grande, smettila di credere nelle favole e asciuga quelle sciocche lacrime, rovinano il viso, rovinano lo sguardo...avvicinati-
    Hélène obbedì controvoglia asciugandosi prima il viso. Odiava quel Blanchard, lo trovava incredibilmente ottuso, e il modo in cui la guardava la faceva rabbrividire...sembrava più lo sguardo che si riservava ad un piatto appetitoso che ad una ragazzina.
    Si fermò a pochi centimetri dall'anziana signora.
    -Stammi bene a sentire Hélène perchè su queste lezioni si basa il tuo futuro, non quello di tuo marito, il tuo, mi hai sentito? Dietro un uomo c'è sempre una donna, perfino il Re sarebbe perso senza la sua Regina...ma tutti sappiamo che lo sarebbe ancora di più senza la sua Cathline Grenulle, capisci che intendo vero?-
    La prozia Agnès De Bourgeois aveva origini spagnole da parte di madre, ma era cresciuta nella Capitale per poi ritirarsi in vecchiaia nella sua ricca tenuta di Mauvaserose. Era rimasta vedova ad appena 25 anni, ma questo non le aveva impedito di mantenere il rango acquisito, insieme a tutti i patrimoni. In pratica conosceva ogni segreto possibile su come una donna potesse giocare le proprie carte in un mondo gestito apparentemente da uomini. Hélène ricordava bene di aver odiato quelle lezioni, ma ricordava altrettanto bene di quando si rese conto del tesoro che le aveva lasciato. Era stata lei a convincerla che era buona norma portare sempre un pugnale nello stivale.


    Balthazar de Maucroix avrebbe spiazzato perfino la prozia Agnès. Hélène aveva studiato la sua biografia e aveva cercato di carpire quante più voci possibili sul suo conto, ma nessuna le era stata d'aiuto. Era ovvio che il modo più veloce per ingraziarsi un uomo fosse quello di passare dal suo letto, ma Maucroix non sembrava interessato. Non era sposato e, apparentemente, soleva giacere con donne dalle più disparate caratteristiche, ma raramente provenienti dall'alta nobiltà. Il suo lavoro era la sua missione e giravano storie molto cruente su cosa fosse disposto a fare pur di raggiungere lo scopo che si prefiggeva.
    La donna lo aveva osservato quanto più possibile durante la giornata per sperare di poter carpire qualche informazione in più sulle sue abitudini, ma l'unica cosa che notò fu l'enorme aura di rispetto e timore reverenziale che lo circondava, perfino l'Alto Vescovo in un paio di occasioni aveva atteso un suo gesto per procedere. Un uomo del genere non si sarebbe lasciato incantare semplicemente con qualche sguardo lascivo. Aveva però l'apparente interesse nel voler imbastire con lei una conversazione rispondendo cordialmente alla sua domanda. Madame Blanchard trovò velatamente inquietanti le sue movenze pacate, ma il sorriso che le rivolse la turbò e sentì un brivido correrle lungo la schiena.
    -Credo che in entrambi i casi, se di mezzo ci sono le infinite enumerazioni di mio marito, è il tedio l'unico compagno appetibile-
    Mosse appena le spalle e gli rispose con lo stesso sorriso tagliente prima di prendere in mano il proprio calice.
     
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  9. Balthazar de Maucroix
     
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    - Allora rivolgo anch'io una speranza in vostro favore.. -
    prese il calice e osservò il colore del vino che conteneva nel riflesso di una candela.
    - Che non sia così sciocco da sprecare il suo tempo con voi a far enumerazioni. -
    Nascose un lieve sorriso nel bordo del calice e bevve un sorso modesto, abbastanza da bagnarsi la gola e giudicare la qualità del vino.
     
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  10. Hélène La Châtre
     
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    Aveva lanciato l'esca, ma si aspettava che ci sarebbe voluto molto più tempo prima che la sua grossa preda cominciasse a girarvi intorno. Monsieur Blanchard era impegnato in una fitta discussione fra il Comandante della Milizia e sua moglie, decise quindi che poteva calcare un po' la mano.
    -Dopo un'intera giornata in sua compagnia, Sua Eccellenza, avrà sicuramente notato che mio marito non brilla in acume quanto nel suo lavoro...-
    Si concesse anche lei un lungo sorso di vino.
     
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  11. Balthazar de Maucroix
     
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    Le pronunciate sopracciglia dell'uomo si accigliarono. Stavolta la guardò per più di qualche semplice secondo, con gli occhi seguì il profilo della sua gola mentre mandava giù un sorso di vino. Sfregò il pollice destro lungo il dorso dell'anulare della stessa mano. Distinguere il significato di quella conversazione mentre si distraeva sull'avvenenza di Madame Blanchard era tutt'altro che semplice. Fortunatamente l'arrivo della prima portata gli risparmiò il compito di rinunciare ai suoi pensieri per commentare ciò che la donna aveva detto.
    Davanti ad ognuno venne servito un piatto piuttosto invitante, zuppa di pesce in crosta di pane e pasta brisée; la presentazione e il profumo erano eccellenti.
    Finalmente una tregua dall'aroma che sprigionava la pelle della donna che gli sedeva accanto.
    Dopo una breve preghiera, i commensali cominciarono a mangiare e il brusio delle chiacchiere riprese.
    - Sembra che, di acume, ne abbiate abbastanza voi per entrambi. -
    dal tono dell'uomo era difficile capire se la cosa fosse un bene o meno.
    Maucroix venne coinvolto in altre discussioni che andarono anche oltre la prima portata della cena. Più di una volta il suo sguardo andò a Madame Blanchard, ma non le parlò più direttamente finché la servitù non portò via i piatti della seconda portata.
    - Difendete quella donna con passione, Madame. -
    Louise Harette, una donna di media borghesia che aveva cercato di far pubblicare dei suoi manoscritti sotto pseudonimo maschile, era stata argomento di discussione per un breve momento della cena. Oltre i discorsi più ovvi e banali a riguardo, ciò che aveva incuriosito Maucroix era stato il breve ma secco intervento di Madame Blanchard. Ora che le chiacchiere rumoreggiavano sconnesse da un lato all'altro del tavolo, fu di nuovo solo a lei che si era rivolto.
     
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  12. Hélène La Châtre
     
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    Hélène nascose una risata accennata dietro al tovagliolo tamponandosi la bocca. Si prese del tempo prima di rispondere facendo attendere l'uomo che non distolse lo sguardo da lei. Tuttavia non esaudì la richiesta, piuttosto gli rigirò un'altra domanda.
    -Posso chiederle se lei ha letto il manoscritto in questione?- si appoggiò sullo schienale e incrociò un braccio appena sotto la vita, gesto che sottolineò non di poco la sua scollatura, vi posò sopra l'altro gomito e si portò la mano come a sorreggergli il mento dolcemente -...Eccellenza- si affrettò ad aggiungere non appena si accorse della mancanza.
     
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  13. Balthazar de Maucroix
     
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    Scosse il capo con sguardo di chi non crede di aver perso qualcosa di interessante, ma non così ovvio da rivelarlo come un uomo che apertamente professava di legger poco. Sembrava piuttosto che avesse deciso che la cosa non rientrasse tra i suoi interessi. Non poteva dire lo stesso della scollatura di Madame Blanchard, che inevitabilmente richiamò i suoi occhi senza dargli possibilità di scampo per quei pochi secondi che intercorsero tra la domanda di lei e il modo in cui lei rimarcò il suo appellativo, che aveva precedentemente tralasciato. Maucroix rialzò gli occhi e riavvicinò le labbra che aveva di poco dischiuso qualche attimo prima.
    - Continuate.. - la invitò con garbo
     
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  14. Hélène La Châtre
     
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    -Non penso che leggendo quelle pagine si possa riconoscere se la penna a scriverle appartenga a un uomo piuttosto che ad una donna, c'è poco da dire...-
    Portò la mano sul ciondolo sul decollete cominciando a girarselo fra le dita. Non le era sfuggita la precedente occhiata che l'uomo aveva concesso alle sue forme e decise di continuare quella strada, per quanto all'inizio della serata gli era sembrata impercorribile. I suoi occhi vennero invece catturati dal modo in cui l'indice e il pollice della mano destra di lui stessero sfiorando appena il collo del calice verso la base, era un tocco talmente delicato che quasi poteva sembrare che il bicchiere girasse da solo su se stesso. Per un attimo la sua mente le propose chiaramente l'immagine, o meglio la sensazione, di quelle stesse mani, quello stesso tocco delicato sul suo collo, sul suo corpo, poteva sentire chiaramente il freddo metallo dell'anello che Maucroix indossava a contatto con la sua pelle e un brivido le corse di nuovo lungo la schiena, ma stavolta fu quasi piacevole. Rimase disgustata dalla sua stessa reazione, ma non lo diede ovviamente a vedere. Certo per essere un uomo di quell'età doveva riconoscere che aveva decisamente fascino, sicuramente molto di più della maggior parte degli uomini presenti in quella sala, ma questo non cambiava il fatto che fosse il funzionario che aveva dimostrato il pugno di ferro fra i più feroci contro i ribelli. Eppure, forse, se quell'arduo e pericoloso compito avesse avuto un lato positivo sarebbe riuscita a compierlo con più dovizia. Scacciò quei pensieri e si concentrò di nuovo sul suo scopo, si compiacque di trovare di nuovo il suo interlocutore ad indugiare con lo sguardo ben sotto il suo viso. Il brusio attorno a loro stava crescendo.
    -Dicono che lei, Eccellenza, sia un uomo che vuole toccare con mano- tentennò appena per sottolineare l'ambiguità del concetto -le prove prima di prendere una decisione, di qualsiasi natura essa sia, beh vede, se mi conferma queste voci posso mostrarle il manoscritto non appena avrò il piacere di accoglierla a Villa Blanchard...-
    Molti commensali cominciarono ad alzarsi invitati dal personale a trasferirsi nei lussuosi giardini per gustare il dessert e poter concludere la serata inebriati dai profumi delle più varie tipologie floreali presenti.
     
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  15. Balthazar de Maucroix
     
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    Non commentò il giudizio di Madame Blanchard, anzi rivolse lo sguardo al proprio calice, che assorto rigirava tra le dita. Meglio concentrarsi su quello che rischiare l'ipnosi tra le fini dita della donna avvolte attorno al ciondolo che decorava egregiamente il già impeccabile spettacolo del suo scollo. Seguì con gli occhi la fonte di una voce che lo chiamò; il Dittatore aveva invitato i presenti nei giardini del castello.
    Un cipiglio divertito curvò le labbra dell'uomo, a malapena visibili sotto i baffi e la curata barba argentea.
    - Potrebbe accadere prima che immaginiate. -
    Non disse altro ma si alzò e stavolta si limitò a riporre il suo scranno, giacché Monsieur Blanchard si stava già accingendo a permettere alla moglie di lasciare il suo posto.
    Rivolse a Madame Blanchard un cenno del capo e si allontanò per raggiungere l'Alto Vescovo.
    Si sentiva strano, dopo l'aver conversato con quella donna. Semplice desiderio, poteva essere; il fatto era che da ormai anni la sensazione gli accadeva quasi a noia, niente più di uno sfizio come poteva essere il gustarsi un bel bicchiere di vino. La brama che provava quando pensava al profumo di Hélène Blanchard era ben diverso. Nondimeno sarebbe svanito presto dopo essere stato soddisfatto, non ne aveva dubbio. Prima sarebbe successo, prima avrebbe potuto riportare la sua completa attenzione ai suoi doveri, a Mauvaiserose; doveri che avrebbero probabilmente ruotato attorno alla figura di suo marito.
    Nel frattempo Monsieur Blanchard, sotto quesito della moglie, le raccontò brevemente la giornata, facendo riferimento anche a ciò che Maucroix aveva solo accennato vagamente. Durante la lucidatura finale degli appartamenti destinati ai nobili ospiti, la servitù aveva fatto cadere nel corridoio che precedeva le stanze un'oncia di aceto; l'intero piano ancora puzzava a tal punto che girava la testa al solo percorrerlo. Per preparare le stanze della delegazione dell'Alto Vescovo, compresa quella del Consigliere Supremo, ci sarebbero voluti almeno tre giorni. Per l'Alto Vescovo non c'era stato problema, lui avrebbe comunque occupato il Palazzo d'Inverno, sede degli ecclesiastici di Mauvaiserose; gli altri della delegazione però avrebbero ricevuto delle accomodazioni alternative nei Palazzi limitrofi o nel Castello stesso. Monsieur Blanchard aveva pregato Maucroix di accettare l'ospitalità del suo Palazzo, durante quel periodo, dato che gli appartamenti temporanei che gli sarebbero stati riservati al Castello erano di solito occupati da nobili di lignaggio decisamente più basso del suo. Maucroix non aveva ancora accettato, infatti Monsieur Blanchard sembrava teso ed impaziente all'idea.
     
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